di Sonia Ricci
ROMA (Public Policy) – Nessun obbligo di statuto per partecipare alle elezioni politiche. I partiti che vorranno presentare le liste dovranno obbligatoriamente presentare uno statuto, se già inserito nel registro decreto Letta sul finanziamento pubblico, oppure potranno presentare una “dichiarazione di trasparenza”.
Come anticipato da Public Policy, è questo il contenuto principale del testo base che il relatore della riforma dei partiti, Matteo Richetti (Pd), ha depositato in commissione Affari costituzionali alla Camera.
Il testo, composto da 9 articoli, modifica il decreto 2013 del Governo Letta (che ha ridotto gradualmente il finanziamento pubblico) e il testo unico sulle elezioni della Camera.
Vediamo nel dettaglio le principali novità su cui lavoreranno nelle prossime settimane i gruppi:
STATUTO O DOC TRASPARENZA, ALTRIMENTI ESCLUSIONE
I partiti e i movimenti che intendano partecipare alle elezioni, oltre al simbolo, dovranno depositare al ministero dell’Interno – se già inseriti nel registro previsto dal decreto Letta – il proprio statuto. Oppure, in mancanza, una dichiarazione di trasparenza. In assenza dei documenti la lista elettorale sarà “ricusata”, ovvero esclusa.
La dichiarazione di trasparenza, sostitutiva dello statuto, dovrà indicare i seguenti elementi minimi: “Il legale rappresentante del partito o del gruppo politico organizzato e la sede legale nel territorio dello Stato”; “gli organi del partito o del gruppo organizzato, la loro composizione nonché relative attribuzioni; le modalità di selezione dei candidati per la presentazione delle liste”. Inoltre, “qualora la dichiarazione che indica gli elementi minimi di trasparenza sia incompleta, il ministero dell’Interno invita ad integrarla nel limite di 48 ore dalla notifica dell’avviso”.
STOP LISTE ANCHE SENZA PROGRAMMA DEPOSITATO
L’Ufficio centrale circoscrizionale “ricusa”, ovvero esclude, “le liste presentate da partiti politici o gruppi politici organizzati che non abbiano depositato il proprio programma elettorale”.
IN STATUTO MODALITÀ SCELTA CANDIDATI
Suddivisione delle risorse economiche tra organi centrali e locali; modalità di iscrizione; partecipazione degli iscritti alla scelta dei candidati: queste alcune delle indicazioni che dovranno essere presenti obbligatoriamente negli statuti dei partiti.
Lo statuto dei partiti politici dovrà contenere, si legge nel dettaglio: “le forme e le modalità di iscrizione; i diritti e i doveri degli iscritti e i relativi organi di garanzia; le modalità di partecipazione degli iscritti alle fasi di formazione della proposta politica del partito, compresa la selezione dei candidati alle elezioni, nonché le regole per l’istituzione e per l’accesso all’anagrafe degli iscritti, la cui consultazione deve essere nella disponibilità di ogni iscritto, nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali”. Inoltre, dovranno essere inseriti “i criteri di ripartizione delle risorse tra gli organi centrali e le eventuali articolazioni territoriali”.
ONLINE STATUTI, SIMBOLI E PROGRAMMI ELETTORALI
Entro dieci giorni dalla scadenza del deposito del simbolo, sul sito del Viminale dovranno essere pubblicati i contrassegni depositati dai partiti, gli statuti e il programma elettorale. Successivamente dovranno essere pubblicate le liste dei candidati presentati in ciascun collegio.
PUBBLICHE PROPRIETÀ E QUOTE GRUPPI
Nelle sezioni dei siti dei partiti politici, denominata “trasparenza in materia di risorse, decisioni e procedure, ogni gruppo dovrà pubblicare “in maniera facilmente accessibile” l’elenco di tutti i beni immobili, mobili registrati e gli strumenti finanziari.
SOPRA 15MILA EURO OBBLIGO NOME DONATORE
Per le donazioni private ai partiti politici da 15mila a 100mila euro sarà obbligatoria la pubblicità del nome del donatore. Al momento, secondo le norme contenute nella riforma Letta, la pubblicazione del nominativo del donatore può avvenire solo previo consenso dello stesso. Il testo base a firma Richietti prevede, invece, che il consenso obbligato avvenga solo per quelle più esigue, da 5mila a 15mila euro. Per i partiti che non renderanno pubblici i donatori scatterà una sanzione da 30mila euro.
SENZA BILANCI MULTA FINO A 200MILA EURO
I partiti che non presenteranno annualmente il rendiconto e i relativi allegati rischieranno multe da 100mila a 200mila euro. Il testo ripropone una norma introdotta nell’ultimo decreto Milleproroghe, a firma dei deputati Pd, Ernesto Carbone e Sergio Boccadutri, molto criticata dal Movimento 5 stelle, che obbliga i partiti a presentare il bilancio entro fine giugno 2016.
Il testo Richetti rende dunque l’obbligo permanente. Sempre secondo il nuovo testo, vengono previste multe da 20mila a 40mila euro per i gruppi che non detengono il libro giornale e il libro degli inventari, e per chi nei rendiconti omette dei dati o li registra in maniera “difforme”. (Public Policy)
@ricci_sonia