ROMA (Public Policy) – Da un testo unico in materia di acqua e ciclo integrale a norme sulla maggiore qualità delle acque destinate al consumo dell’uomo. È questo, in sintesi, il contenuto di due proposte di legge alla Camera a prima firma di Federica Daga (M5s), che sono state ripresentate nell’attuale legislatura.
La pdl sulla qualità dell’acqua ha l’obiettivo di consentire una distribuzione nelle case e nei luoghi di lavoro di acqua salubre, priva di agenti patogeni e di sostanze contaminanti potenzialmente pericolose per la salute. Come? Modificando, in buona parte, il dlgs 31 del 2001, che ha recepito nel nostro ordinamento la direttiva del 98 dell’Ue sulla sicurezza dell’acqua potabile.
“Lecito”, anzi, “doveroso”, per Daga, “verificare” lo stato di attuazione concreta delle norme, su cui serve una “profonda modificazione”. La pdl, come spiega la relazione illustrativa, si muove “su quattro assi principali”.
Anzitutto “la consapevolezza, per garantire la trasparenza, la pubblicità, l’accesso alle informazioni e la partecipazione dei cittadini nelle procedure che riguardano la sicurezza nell’approvvigionamento e nella distribuzione presso case e opifici“.
Ma, anche, un approccio “olistico al tema della sicurezza alimentare, inserendo la gestione della sicurezza sanitaria in un orizzonte più ampio” ed una “visione tecnico-scientifica più contemporanea, migliorando le capacità tecniche degli organismi a vario titolo coinvolti per assicurare un costante miglioramento”. Necessario, infine, rimodulare il sistema sanzionatorio.
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IAC