Riforma Tpl, sui bus ci sarà l’obbligo del Gps

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di Sonia Ricci

ROMA (Public Policy) -I contratti di servizio stipulati tra il Comune e il gestore del trasporto urbano dovranno prevedere l’obbligo di installazione nei mezzi di superficie, urbani e non, di sistemi satellitari per poter monitorare il loro percorso e di un sistema di conteggio dei passeggeri. È questo uno dei rilievi contenuti nel parere favorevole della commissione Trasporti alla Camera sul dlgs Madia sul Trasporto pubblico.

La commissione chiede di introdurre l’obbligo di installare alcuni dispositivi a bordo di bus e tram cittadini per poter controllare lo stato del servizio offerto dal gestore. Ad oggi, infatti, la maggior parte dei contratti di servizio si basa sui chilometri percorsi ogni anno, ma senza una garanzia che i mezzi pubblici viaggino pieni e nelle zone necessarie.

Non solo, la specifica servirà a garantire il nuovo meccanismo di rimborsi previsto dalla riforma, ovvero misure severe per le aziende che gestiscono il Tpl, che in caso di ritardi eccessivi o corse saltate dovranno ripagare interamente il titolo di viaggio ai passeggeri. Il diritto al rimborso scatterà dopo mezz’ora dall’orario previsto se si tratta di linee urbane; un’ora per quelle extraurbane. Non conteranno i super ritardi e le corse soppresse in caso di scioperi, calamità naturali o altri “eventi imprevedibili”.

Le aziende saranno poi obbligate per legge a stabilire delle maxi-multe. Chi non “striscia” il titolo di viaggio potrà andare incontro a una sanzione fino a 200 euro. Per poter funzionare, questa nuova strategia, presuppone che tutte le città in breve tempo si dotino alle fermate e ai capolinea di insegne e cartelli, elettronici o meno, in cui vengano riportati gli orari di arrivo e partenza degli autobus. E che gli autobus o tram vengano dotati di un gps per conoscere il reale ritardo del mezzo.

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@ricci_sonia