ROMA (Public Policy) – “Il nuovo documento di strategia della Commissione europea sulla protezione degli investimenti parte dal TTIP“, il Trattato di libero scambio tra Ue e Usa, “andrà a estendersi a tutti gli altri negoziati, costituendo la base della protezione degli investimenti in tutti gli altri trattati internazionali. Nella strategia troviamo molti elementi proposti dall’Italia, come la clausola ISDS con arbitri indicati dalle parti sostituita con un tribunale di primo grado composto da 15 giudici, 5 indicati dagli Usa, 5 dalla Ue e 5 da Paesi terzi. Gli stessi verranno selezionati in concomitanza di ogni caso secondo un meccanismo casuale”.
A dirlo è stato il viceministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda rispondendo, nell’aula della Camera, a una interpellanza di Sel sulla cosiddetta clausola ISDS del TTIP, quella clausola di Investor-State dispute settlement volta a tutelare le aziende estere investitrici che si ritengono discriminate nei Paesi che le accolgono.
Tra le novità introdotte dal documento di strategia della Commissione europea sulla protezione degli investimenti, Calenda ha citato la riduzione del “campo di competenza della corte” ai casi di “comportamento arbitrario delle corti nazionali e trattamenti illegittimi e discriminanti da parte delle amministrazioni nazionali”.
Calenda ha poi sottolineato come a livello globale, dal 1977 al 2014, i casi di ricorso a meccanismi di Isds relativi a trattati internazionali bilaterali siano stati 608, di cui 299 da aziende di Stati membri Ue e 127 da aziende Usa.
In riferimento a questi dati il viceministro ha evidenziato come “i casi sono in diminuzione e in generale si risolvono a favore degli Stati: solo il 25% dei casi si conclude a favore degli investitori privati, il 40% a favore degli Stati, il 30% con una transazione amichevole, i rimanenti casi si interrompono per varie ragioni”. (Public Policy) NAF