UE, PARLA D’ALEMA: LA GOLDEN RULE? OPPORTUNA. MA IL TETTO DEL 3% VA RISPETTATO

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UE, PARLA D'ALEMA: LA GOLDEN RULE? OPPORTUNA. MA IL TETTO DEL 3% VA RISPETTATO

L’EX PREMIER A BRUXELLES: “NON POSSIAMO FARCI CONDIZIONARE DALLA GERMANIA”

(Public Policy) – Bruxelles, 27 giu – (di Daniela Sala) “È
inevitabile che i cittadini pensino che l’Europa non serve a
nulla se non si dimostrerà in grado di rispondere al
problema numero uno, quello della disoccupazione giovanile“.

Alla vigilia del Consiglio europeo, che si terrà oggi a
Bruxelles, l’ex premier e ministro degli Esteri Massimo
D’Alema, spiega a Public Policy quali sono le sue
preoccupazioni e i suoi auspici per il prossimo futuro
dell’Unione europea. “Indubbiamente – dice – la
disoccupazione è un tema fortemente legato
all’euroscetticismo e che, specie in vista delle prossime
elezioni del Parlamento europeo va tenuto presente”.

Sulle strategie per rilanciare l’economia si dichiara
d’accordo con la proposta di una ‘golden rule’ per gli
investimenti nelle infrastrutture presentata dal ministro
Maurizio Lupi: “Sarebbe una misura assolutamente opportuna:
è sbagliato e diseducativo considerare gli investimenti alla
stessa stregua della spesa pubblica. Non credo che questo
aprirebbe la strada ad ulteriori eccezioni: vanno stabilite
regole chiare per salvaguardare la possibilità di investire,
che è poi l’unico modo per generare ricchezza”.

D’Alema quindi, pur dichiarandosi contrario a una revisione del
tetto del 3% del rapporto decifit-Pil, non pensa che il
momento per una discussione sulla ‘golden rule’ sia
inopportuno, nonostante le elezioni tedesche a settembre: “È
indubbio che Angela Merkel (la cancelliera tedesca, Ndr)
sarà ancora più rigida – spiega – ma noi dobbiamo difendere
i nostri interessi nazionali e non possiamo farci
condizionare a tutti i costi dalla Germania”.

Per quanto riguarda il tetto del 3% sul deficit, aggiunge,
“a suo tempo abbiamo optato per non rinegoziarlo: si tratta
di una questione di strategia tra i Paesi, per cui si ha più
voce in capitolo se prima si recupera la fiducia. Potremo
riparlare della questione quando il rapporto sarà sceso al
2,9%, ma su questo le previsioni degli economisti sono
affidabili quanto quelle dei sondaggisti“.

Alla conferenza stampa per la sua rielezione a presidente della
Fondazione per gli studi europei progressisti
(fondazione politica
europea nata nel 2008 con sede a Bruxelles), l’ex premier italiano
coglie inoltre l’occasione per rimarcare la necessità di una
riforma delle istituzioni europee auspicando che il ruolo
della Commissione europea si avvicini sempre più a quello di
un governo parlamentare.

“Il cittadino greco che deve fare dei sacrifici terribili –
sostiene D’Alema – può considerarli accettabili se decisi da
un parlamento che ha contribuito ad eleggere, ma non se sono
percepite come decisioni di un governo straniero. E questo
colpisce al cuore le istituzioni europee ed è una delle
ragioni che ha fatto risorgere i nazionalismi“.

L’ex primo ministro dice comunque di ritenere improbabile
una sua candidatura all’Europarlamento: “Credo – spiega – di
aver superato il numero massimo di mandati previsti dalle
regole interne del Pd“.

Infine un commento sulla situazione in Turchia e sulla
possibilità di una sua inclusione nell’Unione europea: “Sono
molto colpito da quanto è accaduto e soprattutto dalla
durezza della reazione del governo – spiega – ma come il
ministro degli Esteri Emma Bonino non penso che questo debba
portare a interrompere i negoziati, ma solo a chiedere con
fermezza il rispetto dei valori di democrazia e della
laicità dello Stato”.

Una fermezza che secondo D’Alema l’Ue avrebbe dovuto
esercitare a suo tempo nei confronti dell’Ungheria: “Non
sono certo due situazioni che metterei sullo stesso piano –
conclude – ma è chiaro che l’Unione europea non può rimanere
inerte quando si parla di libertà di stampa e di
opposizione”.(Public Policy)

DSA