foto La Presse
LO DICE IL MINISTRO DEGLI ESTERI IN AULA AL SENATO
(Public Policy) – Roma, 27 giu – “La linea dell’Italia segue
due cardini principali: insistiamo per una democrazia
partecipativa e duratura che porti all’ascolto anche delle
minoranze e alla pace. E secondo: l’Europa non può cedere,
deve tenere aperta la porta del dialogo con la Turchia.
L’Unione europea deve continuare i negoziati con i Paesi
candidati. Se si vuole veramente influenzare il percorso
democratico della Turchia l’Europa non può congelarsi”.
Lo dice il ministro degli Esteri Emma Bonino in aula al
Senato, riferendo sugli sviluppi della situazione turca. E
precisa: “I negoziati erano in stallo da lungo tempo (3
anni; Ndr), ma lunedì scorso il Consiglio degli Affari
esteri a Lussemburgo ha deciso di aprire il negoziato con la
Turchia sulle politiche regionali, il cosiddetto capitolo 22
(uno dei 35 in cui si articola la trattativa per l’ingresso
di Ankara nell’Unione; Ndr)”.
“Personalmente – aggiunge – sono convinta che andassero
aperti anche il capitolo 23 e il 24 (giustizia e diritti
umani; Ndr) sarebbe stato un segnale di vicinanza a quanti
in Turchia manifestano oggi per i loro diritti“.
“Con lo stesso premier turco Recep Tayyip Erdogan resta
aperto il dialogo; in questo modo si è evitato il muro
contro muro. È una decisione strategica nell’interesse per
il popolo turco e l’Ue”.
“Il nostro obiettivo – prosegue – è chiaro: riuscire a
inserire la Turchia in Europa, aiutando lo sviluppo del
modello democratico anche in quel Paese. È lo stesso popolo
turco ad aspirare a un ancoraggio europeo”.
L’Italia da parte sua ,aggiunge Bonino, “continuerà
a sensibilizzare la Turchia.Non dobbiamo cedere a
un pessimismo eccessivo, l’Italia essendo un microcosmo
più di altri può capire le tensioni tra richieste liberali
e quelle di chiusura. La Turchia è un partner strategico
per il nostro Paese: operare per l‘ancoraggio europeo è
anche essenziale per i nostri investimenti economici“.
“L’Italia – continua – ha a cuore la Turchia e non
vogliamo vestire i panni dei moralizzatori, anzi vogliamo
convincere la Turchia a ricominciare con le riforme“.
TUTELARE LE MINORANZE
Bonino prosegue: “Mi avete sentito ripetere più volte che
piazza Taksim non è piazza Tahrir. Va riconosciuto che
l’iniziativa dei cittadini turchi è indice di un malessere:
anche se è la minoranza, quella parte della popolazione non
si riconosce nel governo attuale”.
“Democrazia non significa solo vincere le elezioni, ma
anche saper tutelare le minoranze, è il vero test delle
realtà democratiche. È forse illusorio pensare che il
successo economico ha generato anche l’insoddisfazione
sociale? Ankara ha scorso importanti risultati, come
l’apertura della componente Curda, ma esiste un malessere
interno“.
“La ripresa di negoziati europei – conclude il ministro
Bonino – dipende sia dalla Turchia che da Lussemburgo, ma
l’Europa deve ricordarsi che anche la voce delle minoranze
chiede democrazia e diritti umani“. (Public Policy)
SOR