Verso le elezioni: come cambierà la politica dopo Draghi

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di David Allegranti

ROMA (Public Policy) – Il draghicidio è avvenuto per mano di molti. Non solo Giuseppe Conte, che ha scatenato una crisi senza potersene intestare il merito alla fine, ma pure Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Il cosiddetto “centrodestra di governo”, che ieri ha scelto di aprire la campagna elettorale fornendo un assist a Giorgia Meloni, pronta – dice lei – a governare. Mario Draghi dunque se ne va a casa dopo un discorso molto duro in Senato contro Cinque stelle e centrodestra, accusato di ingenuità politica da parte di diversi attori politici, compreso Matteo Renzi, per il quale ieri il presidente del Consiglio dimissionario ha sbagliato discorso. Difficile sapere se dietro le parole dell’ex presidente della Bce ci fosse l’intento preciso di arrivare dove era già arrivato una settimana fa, cioè alle dimissioni, oppure se è stato l’ultimo tentativo di andare avanti senza più ricevere ricatti da parte dei partiti. I quali, senza dubbio, a settembre avrebbero ricominciato a fare i soliti giochini che abbiamo visto nelle ultime settimane per non dire negli ultimi mesi.

Le elezioni dunque si avvicinano – 2 ottobre? – e persino al Colle sembrano aver esaurito le carte per evitarle. La legislatura iniziata con il governo gialloverde dunque termina anzitempo per mano di Conte e Salvini, di nuovo provvisori e chissà quanto involontari alleati. La campagna elettorale d’estate insomma è già iniziata, con tutti i rischi che si porta dietro. Compresi quelli legati all’arrivo dei fondi del Pnrr. Per l’Italia sono 191 miliardi, non gratis, diciamo, ma sulla base del raggiungimento di alcuni obiettivi. Nel primo semestre sono stati presentati 45 progetti, condizione necessaria per chiedere i 24 miliardi della seconda tranche. Ora mancano altri 55 progetti, da qui alla fine dell’anno. Niente insomma va dato per scontato, specie se al volante ci finiscono quelli che pensano che l’Unione Europa sia un bancomat.

Resta poi da capire quale sarà l’assetto politico di queste elezioni. Il Pd continuerà nel campo largo, come qualche spensierato dirigente del Nazareno sembra suggerire? Il centrodestra, con Berlusconi ormai sacrificato all’altare del neopopulismo, sarà guidato dagli alfieri della sovranità nazionale? E quale destino per il centro lib-dem, che con questa legge elettorale rischia tuttavia di non farcela? Forse le elezioni politiche si potrebbero polarizzare in chi ha scelto di sostenere Draghi fino all’ultimo e chi ha organizzato il draghicidio. Forse c’è spazio, oggi, per un’area di ispirazione draghiana. (Public Policy)

@davidallegranti

(foto cc Palazzo Chigi)