VISTI DA FUORI, ECONOMIST: L’ITALIA EVITA LA REALTÀ, I CLOWN NON LI SALVERANNO

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(Public Policy) – Roma, 1 mar – Il senso dell’umorismo nelle
avversità può essere attraente, ma non è sempre utile. “Di
fronte alla peggiore recessione italiana dal 1930 e la
possibile implosione dell’euro, il popolo italiano ha deciso
di evitare la realtà, votando alle elezioni Silvio
Berlusconi e il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo”.

Così The Economist commenta l’esito delle elezioni
politiche nel nostro Paese, dedicando all’Italia la
copertina di questa settimana. “Send in the clowns” (Entrino
i clown). “Come le disastrose elezioni in Italia minacciano
il futuro dell’euro”, così titola il settimanale inglese.

“Durante le ultime elezioni – si legge – un quarto
dell’elettorato ha votato per Silvio Berlusconi, le cui
rovinose politiche da premier clownesco costituiscono la
causa principale dei problemi economici dell’Italia. E un
ulteriore 25% ha votato per il Movimento 5 stelle, guidato
da un vero e proprio comico, Beppe Grillo. Al contrario,
Mario Monti, il riformista tecnocrate che ha restaurato
l’Italia negli ultimi 15 mesi, ha ottenuto un misero 10%”.

“Questo risultato – continua – è un disastro per l’Italia e
per l’Europa. A Roma la coalizione di centrosinistra guidata
da Pier Luigi Bersani per un soffio ha ottenuto la
maggioranza e ora lotta per formare un Governo: improbabile
che sia stabile o durevole. Nel frattempo, i mercati
finanziari in tutta Europa crollano. I prezzi delle azioni
sono diminuiti ovunque”. Con il voto “ben due terzi degli
italiani hanno respinto non solo l’austerità di stampo
tedesco, ma tutte le riforme volte a riformare il sistema
economico italiano”.

“Il risultato elettorale – prosegue il settimanale –
ricorda spaventosamente la sorte toccata all’ultimo governo
di centrosinistra del 2006, guidato da Romano Prodi, caduto
dopo soli due anni”. Bersani potrebbe cercare di formare una
“grande coalizione che riunisca centrosinistra e
centrodestra, anche se questo significherebbe trattare con
Berlusconi”.

Il segretario Pd, continua l’Economist, potrebbe anche
formare “un Governo di minoranza con il centro di Mario
Monti, sostenuto all’esterno dal M5s, con una formula simile
al modello siciliano.

I ‘grillini’ – si legge –
devono decidere se dire di no, con l’obiettivo di rovesciare
l’intero ordine politico, o essere responsabili sostenendo
le riforme sensate e utili al Paese”.

“A complicare le cose, c’è anche la l’elezione di un nuovo
presidente della Repubblica (Giorgio Napolitano terminerà il
suo mandato il 15 maggio prossimo; Ndr). Il miglior
candidato potrebbe essere l’ex premier di centrosinistra
Giuliano Amato”.

“Nel frattempo, la preoccupazione si concentra sulle
riforme necessarie e urgenti per il Paese, ma la scelta
degli italiani sembra non volere queste riforme necessarie
per ridare vitalità a un’economia asfittica”.
“Se il nuovo Governo – prosegue – non sarà in grado di
recuperare la competitività perduta e non saprà riaccendere
la crescita attraverso maggiore liberalizzazioni del lavoro,
del mercato, della riforma del sistema giuridico, il Paese
soffrirà e la disoccupazione giovanile continuerà a crescere
oltre l’attuale 36%”.

“Questo è pericoloso”, scrive l’Economist, “È difficile
immaginare una Italia che con queste difficoltà rimanga
nell’euro. Nella zona euro l’Italia è la terza economia e,
anche se il suo deficit di bilancio è piuttosto ristretto,
ha il più grande stock di debito pubblico (quasi 130% del
Pil). Con la sua uscita dalla moneta unica potrebbero non
esserci superstiti”.

“La profonda recessione e l’aumento della disoccupazione di
Paesi del Mediterraneo hanno innescato importanti reazioni
popolari. Le riforme strutturali continuano ad essere
essenziali per far riacquistare al meridione d’Europa la
competitività e riaccendere la crescita”.

“Per ironia della sorte – conclude l’Economist – entrambi i
clown hanno detto una cosa giusta. Grillo ha ragione sul
fatto che i politici italiani sono strapagati e corrotti.
Berlusconi, invece, ha ragione quando dice che l’austerità
da sola non risolverà la crisi europea. Tuttavia, ciò non
significa che gli italiani possano scappare dalla loro
preoccupante situazione. Se continueranno a rifiutare le
riforme, la realtà li raggiungerà. E qualunque cosa diranno
i clown, non sarà divertente”. (Public Policy)

SOR