(Public Policy) – Roma, 12 dic – L’annuncio di Silvio
Berlusconi la scorsa settimana sulle sue intenzioni di
correre come premier è una notizia spiacevole per la
politica italiana. Anche se può sembrare uno scherzo di
cattivo gusto, dato i suoi passati fallimenti nel riformare
o rilanciare l’economia e i suoi scandali sessuali, il suo
ritorno potrebbe creare un sacco di danni. È quanto si legge
in un editoriale sul New York Times.
Dopo l’arrivo al governo di Mario Monti, scrive il
quotidiano liberal statunitense, “i mercati si ripresero
rapidamente. I leader dell’Unione europea, con in testa il
cancelliere tedesco Angela Merkel, applaudirono […] I
risultati ottenuti da Monti sono stati considerevoli,
soprattutto alla luce del poco spazio lasciato per operare
dai partiti italiani e dagli altri leader europei. È stato
in grado di ripristinare l’autorevolezza del governo
italiano nel proprio Paese e di ottenere un rinnovato
rispetto da parte dei partner europei”.
“Anche se il partito di Berlusconi – si legge ancora – è
dato solamente al 18% dai sondaggi, questo dato potrebbe
essere sufficiente per renderlo influente in maniera
considerevole. Oggi Berlusconi sostiene di essere a favore
dell’Europa, ma contrario ai piani di austerità, ma gli
altri leader europei hanno imparato a non prendere sul serio
le sue posizioni, che cambiano di continuo. Eppure, se
dovesse attrarre voti a sufficienza […] potrebbe trovarsi
in una buona posizione per negare la costruzione di una
qualsiasi maggioranza di governo che non rispetti le sue
condizioni distruttive e utilitaristiche”. (Public Policy)
GAV