+++aggiornamento 19.30 – La plenaria del Parlamento europeo riunito a Strasburgo ha eletto Ursula Von der Leyen come prossimo presidente della Commissione europea +++
ROMA (Public Policy) – Giorno della verità per Ursula Von der Leyen, ed è la prima volta che ci sono tutte queste incognite sul voto di conferma da parte del Parlamento europeo al presidente designato della Commissione. L’esponente Ppe, e ministro della Difesa tedesco in carica (si dimetterà domani), alle 9 ha pronunciato il suo discorso programmatico nella plenaria di Strasburgo, e dalle prime reazioni sembra che la performance sia stata abbastanza convincente.
In pillole, la candidata ha proposto un “Green deal” nei primi 100 giorni per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, e ha sottolineato la necessità di “usare tutta la flessibilità permessa dalle regole del Patto di stabilità“. Novità anche sulla parità di genere tra i futuri commissari: “Se i governi non presenteranno un numero sufficiente di candidati donne non esiterò a chiedere altri nomi” ha detto poco fa in aula. Ribadita la proposta di un “salario minimo europeo“, e sul tema immigrazione l’obbligo di salvare vite in mare, “ma dobbiamo anche ridurre la migrazione irregolare e lottare contro gli scafisti”. Von der Leyen si è anche detta disposta a concedere più tempo alla Gran Bretagna per finalizzare la Brexit (l’attuale termine è il 31 ottobre), e ha ribadito che “non si possono fare compromessi quando si tratta di difendere la libertà e lo Stato di diritto”. “Chi vuole rafforzare l’Europa mi avrà dalla sua parte, ma sarò nemica di chi vuole indebolirla” ha detto il presidente designato, che ha dato la sua disponibilità nel concedere iniziativa legislativa al Parlamento Ue.
Tuttavia, nonostante pareri positivi, rimane l’incertezza: scontato l’appoggio del Ppe, dopo il discorso in aula si sono ufficialmente accodati anche i Liberali. Rimangono invece divisi i Socialisti: mentre italiani (quindi il Pd), portoghesi e spagnoli sono per il sì, rimangono contraria una larga fetta, tra cui i socialdemocratici tedeschi della Spd, nonostante a Berlino si governi in “grande coalizione”. Contrari i Verdi, ma dovrebbe arrivare il sostegno anche di una parte dei Conservatori, mentre il gruppo sovranista Identità e democrazia ha annunciato il voto contrario. Potrebbe però distinguersi la Lega, che sembra orientata a votare a favore insieme al Movimento 5 stelle (i cui deputati fanno parte dei “non iscritti”): una scelta che rafforzerebbe la posizione dell’Italia nella partita per ottenere un commissario “di peso”. Il verdetto finale è previsto alle 18: servirà la maggioranza assoluta e si voterà a scrutinio segreto. Qualora la Von der Leyen non dovesse passare si aprirebbe una crisi istituzionale inedita tra Parlamento europeo e Consiglio, che sarebbe costretto ad indicare un altro nome. (Public Policy) PAM