AMBIENTE, FLI E MINISTRO CLINI: AGENDA VERDE PER LA TUTELA DEL TERRITORIO

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(Public Policy) – Roma, 8 feb – “Un Italia più verde, ne
vale la pena. Green economy, tutela del territorio, sviluppo
sostenibile” è la conferenza stampa in cui viene presentata,
oggi a Roma, l’Agenda verde di Futuro e Libertà da parte del
presidente della Camera Gianfranco Fini, la deputata Fli
Giulia Bongiorno, insieme al ministro dell’Ambiente Corrado
Clini.

Fli promuove l’Agenda verde proposta dal ministro Clini
come programma di azione per il futuro Governo, “consapevole
che il tempo a disposizione dell’Esecutivo, seppure
sfruttato al massimo, assieme alla pressione di lobby
trasversali, non hanno permesso di chiudere alcuni dossier
fondamentali”.

Di seguito, i punti principali.

UN’AGENDA PIÙ VERDE
L’Agenda affronta i temi ambientali identificando
l’economia verde come parte integrante del sistema economico
di una nazione moderna, auspicando non solo una nuova
concezione della vita economica dei prodotti ma ribadendo
anche l’importanza della Strategia energetica nazionale.

FATTO TANTO, FARE DI PIÙ
“La tutela dell’ambiente e i suoi risvolti in tema di crisi
industriali, emergenze rifiuti, disastri idrogeologici è
stata uno dei settori di maggior impegno e di risultati del
Governo Monti”, ha spiegato Fli.

Il partito ha sostenuto in Parlamento il Governo sulle
tematiche ambientali, “ma molto lavoro deve essere
portato a termine”.

DECARBONIZZARE L’ECONOMIA
Il Piano nazionale per la “decarbonizzazione” dell’economia
italiana e la riduzione delle emissioni di CO2, presentato
al Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione
economica) nel maggio 2012 – spiega Fli – sarà il quadro di
riferimento per le politiche necessarie a raggiungere entro
il 2020 gli obiettivi dell’Italia per il rispetto degli
impegni assunti con il pacchetto europeo “clima-energia”.

Il Piano è la piattaforma programmatica per attuare la
Strategia energetica nazionale. Questa attuazione servirebbe
per recepire le direttive europee che regolano il mercato
dei permessi di emissione, l’efficienza energetica e la
fiscalità energetica, per promuovere le modalità di
trasporto e mobilità a bassa intensità di carbonio e a basse
emissioni e per sostenere lo sviluppo della chimica verde e
dei biocarburanti di seconda e terza generazione.

TECNOLOGIA E CRESCITA SOSTENIBILE
L’istituzione della lista delle tecnologie, dei sistemi e
dei prodotti, che contribuiscono alla riduzione dell’uso di
carbone in diversi settori (energia, chimica, trasporti,
rifiuti, agricoltura) è prevista dal Piano per la
decarbonizzazione. Tra i sistemi va inclusa anche la
“misurazione dell’impronta di carbonio” (carbon foot
printing) di processi e prodotti.

La lista è lo strumento per regolare l’accesso prioritario
delle imprese e dei soggetti privati:
1) ai fondi strutturali 2014-2020;
2) ai benefici previsti dal “Fondo rotativo del protocollo
di Kyoto” istituito nella Cassa depositi e prestiti, che
dovrebbe essere rifinanziato per il periodo 2014-2020;
3) ad una riduzione del 55% dell’Iva o al credito di
imposta sull’acquisto o per l’impiego delle tecnologie e dei
sistemi della lista nel periodo 2014-2020;
4) al credito di imposta a favore dell’esportazione delle
tecnologie della lista.

CAMBIAMENTI CLIMATICI E TERRITORIO SICURO
Il Piano nazionale per l’adattamento ai cambiamenti
climatici e la messa in sicurezza del territorio – si legge
– è lo strumento per la prevenzione dei rischi e dei danni
ai quali è sempre più esposto il nostro Paese per l’alta e
crescente vulnerabilità agli eventi estremi.

Prevede che vengano attuate in Italia le direttive europee
in materia di alluvioni, anche attraverso l’istituzione
delle Autorità degli otto bacini idrografici, previste da
una norma del 2006 “ma sempre rinviata”.

Il Piano prevede, inoltre, 2,5 miliardi l’anno di
investimenti, di cui 1 miliardo di risorse pubbliche e 1,5
miliardi di risorse private agevolate con credito di
imposta. Gli investimenti pubblici dovrebbero essere
liberati dal vincolo del Patto di stabilità, come già
richiesto alla Commissione europea.

SEMPLIFICARE, VELOCIZZARE
La Semplificazione e la trasparenza “devono essere il
criterio di riforma dell’attuale sistema delle
autorizzazioni ambientali”, dice Fli. “Il Governo – continua
– ha adottato diverse misure per semplificare e velocizzare,
ma alcune disposizioni sono rimaste ‘da attuare’ a causa
della interruzione della legislatura”. Il sistema delle
autorizzazioni “deve essere una ‘infrastruttura’ per
liberare risorse e favorire investimenti sostenibili per la
crescita: dalle bonifiche dei siti contaminati, alla
riqualificazione ambientale degli impianti industriali; dai
progetti per le infrastrutture a quelli per le nuove imprese
industriali”.

FISCO PIÙ VERDE
Secondo Fli, è fondamentale riprendere l’iter del disegno
di legge “delega fiscale” nel quale è già stata introdotta
la fiscalità ambientale. Cambiare il fisco spostando
progressivamente la tassazione dal lavoro all’impiego delle
risorse naturali (acqua e suolo) e di quelle energetiche
(carbon tax). (Public Policy)

DAP