(Public Policy) – Roma, 4 dic – (di Sonia Ricci) È in
discussione in commissione Finanze alla Camera la proposta
di legge sul “Divieto di finanziamento delle imprese che
svolgono attività di produzione, commercio, trasporto e
deposito di mine antipersona”.
La proposta di legge è stata presentata il 6 agosto 2012 e
ha iniziato il suo iter in commissione il 24 ottobre. È il
completamento della Convenzione di Oslo del 2010, ratificata
dal nostro Parlamento il 14 giugno 2010. La convenzione
internazionale prevede il divieto di uso, produzione e
commercializzazione delle bombe a grappolo e impegna gli
Stati firmatari a distruggere gli stock, a bonifificare i
territori infestati e a fornire assistenza alle vittime.
Federica Mogherini, deputata Pd, è la prima firmataria del
progetto di legge.
D. COSA PREVEDE LA PROPOSTA DI LEGGE?
R. Prevede che l’Italia ottemperi in pieno alla convenzione
che ha già ratificato durante questa legislatura sulla messa
al bando delle mine antiuomo. La ratifica della Convenzione
di Oslo prevede tra le altre cose il divieto di
finanziamento per tutte quelle imprese, italiane e
straniere, che producono questo tipo di mine.
Con la ratifica della Convenzione l’Italia ha vietato la
produzione e il commercio di queste mine, ora con questa
proposta di legge vogliamo vietare qualunque forma di
finanziamento da parte delle banche italiane.
D. QUALE SARÀ IL RUOLO DELLA BANCA D’ITALIA?
R. Sostanzialmente di controllo. Dovrà procedere alla
verifica delle eventuali attività di finanziamento, dovrà
stilare una sorta di elenco di chi finanzia. La legge non
farà altro che completare il quadro normativo e deve essere
vista come strumento preventivo.
Infatti, è pur vero che al
momento non ci sono banche italiane, se non una ma in modo
totalmente marginale, che finanziano attività di questo
tipo. La proposta non introduce divieti che modificherebbero
nella sostanza gli investimenti degli istituti di credito.
D. QUAL È L’ITER?
R. I tempi sono molto stretti, però è importante che prima
della fine della legislatura venga introdotto questo tipo
finanziamento o che venga approvato da almeno un ramo del
Parlamento. L’approvazione completerebbe il nostro quadro
normativo.
Al momento si trova in commissione Finanze alla Camera e
abbiamo chiesto e ottenuto l’iter in legislativa. I pareri
delle commissioni competenti sono stati dati, quindi
probabilmente sarà un lavoro veloce che potrà chiudersi nei
prossimi mesi. Poi la proposta passerà al Senato, ma
probabilmente verrà discussa dopo le prossime elezioni.
D. QUANTE POSSIBILITÀ CI SONO CHE LA PROPOSTA VENGA
APPROVATA?
R. Essendo un’ottimista direi che alla Camera
l’approvazione è quasi certa. Al Senato mi auguro sarà fatto
lo stesso. È pur vero che i calendari dei due rami del
Parlamento sono molto pieni, perché l’intero iter venga
concluso entro aprile. Se dovesse passare solamente alla
Camera, in ogni caso sarebbe la dimostrazione
dell’efficienza delle istituzioni. (Public Policy)
SOR