di Viola Contursi
ROMA (Public Policy) – Via libera, con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del dm del Mef che completa l’operazione di liquidazione amministrativa coatta di Popolare di Vicenza e Veneto banca.
In particolare il decreto pubblicato in Gazzetta disciplina la cessione della parte “bad” delle due Venete alla Sga, di proprietà del Tesoro. Il decreto cosiddetto Salva Venete, infatti, ha previsto che Intesa San Paolo acquisisse solo la parte “buona” delle due banche venete, con un accordo che precedette l’emanazione del decreto stesso. La parte “bad” invece viene ceduta alla Sga, e proprio a questo serve il decreto ministeriale oggi in vigore. Oltre che a stabilire che la Sga possa continuare a erogare i finanziamenti ai debitori “ereditati” e concedere anche nuovo credito, al solo fine di massimizzare il recupero dei crediti deteriorati”.
La Sga non venderà gli Npl ma li recupererà senza cederli a terzi. Quello che Sga incasserà sarà restituito alla liquidazione che dovrà coprire tutte le sue passività secondo un ordine preciso.
DUE PATRIMONI PER LO SMALTIMENTO
Il decreto del Mef, in particolare, prevede che all’interno della Sga siano creati due patrimoni “destinati, rispettivamente denominati ‘Gruppo Veneto’ e ‘Gruppo Vicenza’ a cui sono imputati i crediti, beni, contratti e rapporti giuridici, rispettivamente trasferiti da Veneto Banca Spa in liquidazione coatta amministrativa e Banca Popolare di Vicenza Spa n liquidazione coatta amministrativa”. Ai due patrimoni della Sga le due banche in liquidazione devono cedere “i crediti classificati come deteriorati alla data di avvio della liquidazione coatta amministrativa” non ceduti a Intesa o retrocessi (Intesa ha tempo fino al 2020 di retrocedere alle liquidazioni, e quindi alla Sga), “unitamente a beni, contratti e rapporti giuridici accessori o connessi ai crediti ceduti alla Sga”.
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@VioC