(Public Policy) – Roma 12 aprile 2012 – Contro l’affollamento delle carceri è necessario ritornare alla legge Gozzini. E’ la richiesta contenuta nel disegno di legge dei senatori radicali (gruppo Pd) Donatella Poretti e Marco Perduca, perché siano cancellate le norme, introdotte dalla legge 251 del 2005, che limitano l’accesso alle pene alternative alla detenzione in carcere, in particolare per i condannati recidivi, cioè coloro che abbiano dopo una prima condanna continuato a compiere reati.
La legge 251, chiamata ex Cirielli (perché il primo firmatario, dopo le modifiche subite dal disegno di legge in Parlamento la sconfessò) diminuisce i permessi premio, concede i domiciliari solo a coloro che abbiano compiuto i sessantanni e non siano dichiarati delinquenti recidivi o abituali o per ragioni sanitarie o di cura di un famigliare. E’ questo il caso di una detenuta incinta o di padre a cui siano affidati i figli. Per i condannati recidivi c’è la possibilità di affidamento ai servizi sociali ma solo per coloro che hanno scontato almeno i due terzi della pena. Possono usufruirne una sola volta. I senatori sottolineano come queste norme hanno cancellato un approccio più “umano” delle carceri introdotto grazie alla legge Gozzini, negli anni Ottanta e hanno contribuito a esasperare il clima all’interno degli istituti penitenziari, tra i detenuti e tra questi e il personale di vigilanza. C’è poi il problema del sovraffollamento e l’80 per cento dei carcerati è recidivo. Inoltre, si è spostata la colpa piuttosto che sul fatto (il reato), sulla condizione soggettiva del condannato, un approccio che “elude la funzione rieducativa della pena” e che è in contrasto con diverse sentenze della Corte costituzionale oltre che con l’articolo 27 della Costituzione che parla di rieducazione dei condannati.