ROMA (Public Policy) – Prosegue il confronto tra M5s e Lega sulle modifiche da apportare sul dl Dignità. Oltre alla ‘compensazione’ dell’incremento dello 0,5% del contributo previdenziale addizionale (a carico del datore di lavoro), in occasione di ciascun rinnovo del contratto a termine con un equivalente taglio sui contratti a tempo indeterminato in caso di trasformazione si continua a discutere di voucher. A spingere in questo senso è soprattutto il Carroccio. Il modello a cui pensa la Lega è sostanzialmente quello precedente all’ultima modifica intervenuta per scongiurare il referendum chiesto dalla Cgil. La Lega vorrebbe uno strumento semplice, in sostanza il buono acquistabile anche in tabacchiera, e utilizzabile in molti ambiti (dai lavori domestici fino alla ristorazione e al commercio). Non solo quelli della famiglia, quindi, ma anche in azienda, con un tetto massimo di buoni utilizzabili. Una formula che trova la netta contrarietà del M5s. Proprio durante i lavori della commissione il ministro dello Sviluppo economico e al Lavoro, Luigi Di Maio, ha detto che all’interno del Governo non ci sono vedute diverse per una reintroduzione limitata a turismo e agricoltura. Niet quindi per ambiti. Di Maio ha poi espresso contrarietà a una reintroduzione “selvaggia” dello strumento. Alla fine, è l’opinione di molti, si troverà una quadra.
Si parla anche di una norma transitoria per scadenzare l’entrata in vigore delle novità sui contratti a tempo determinato. Al momento il provvedimento già prevede che le nuove misure sui contratti a termine (dalle causali alla durata) non si applicano ai contratti in essere, ma scattano in caso di rinnovo o proroga di questi. L’ipotesi è quella di non applicare le novità nemmeno a queste due fattispecie. Se si decidesse per questa strada, inoltre, tornerebbe in discussione la stima degli 8.000 lavoratori che perderebbero il lavoro per il mancato rinnovo del contratto, al centro delle polemiche in questi giorni.
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FRA