ROMA (Public Policy) – di Viola Contursi – Aumentano potenzialmente le operazioni che il Mef, con proprio decreto, potrà assoggettare alla cosiddetta inversione contabile, o reverse charge, ovvero il meccanismo per il quale al pagamento dell’Iva è tenuto il soggetto che compra, e non quello che vende.
Ma viene fissata una scadenza, al 31 dicembre 2018, per l’applicazione della reverse charge a telefoni cellulari, console, pc, tablet, microciph, quote di emissione di gas a effetto serra, energia, gas. Mentre viene eliminata la possibilità della sua applicazione a supermercati e discount.
Questo il “cuore” del dlgs sulle frodi Iva, entrato giovedì scorso in Consiglio dei ministri per l’ok definitivo, ma di cui nel comunicato di Palazzo Chigi sul Cdm non c’è traccia.
Secondo quanto scritto in una bozza, di cui Public Policy ha preso visione, nel testo approntato per il via libera definitivo non si è tenuto conto delle osservazioni (e non condizioni) espresse dalle competenti commissioni parlamentari.
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@VioC