CREDITO, RETE IMPRESE ITALIA: DIFFICOLTÀ MAGGIORI PER LE IMPRESE AL FEMMINILE

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(Public Policy) – Roma, 29 apr – Nel primo trimestre
diminuisce rispetto all’ultimo trimestre del 2012 la
percentuale di imprese femminili che si sono rivolte alle
banche per chiedere un finanziamento (dal 12,6% al 10,5%),
percentuale peraltro inferiore rispetto al totale degli
imprenditori (12%), e tra queste, aumentano le imprese che
non ottengono il credito richiesto (passate dal 54% al 62%)
e diminuiscono quelle che si sono viste accogliere le
domande di finanziamento (dal 23,8% al 17%).

È estremamente elevata, inoltre, la quota di imprese
femminili – l’80% – che richiede finanziamenti per esigenze
di liquidità e cassa; infine, più della metà delle
imprenditrici segnala un peggioramento rispetto a tasso,
durata, costo di istruttoria e garanzie richieste per
l’ottenimento dei finanziamenti.

Sono dati della “Indagine congiunturale sulle micro e
piccole imprese femminili” nel 1° trimestre 2013 realizzata
da Rete Imprese Italia Imprenditoria Femminile, che
coinvolge le sigle delle organizzazioni di donne
imprenditrici delle cinque confederazioni che la
costituiscono (Casartigiani Donne Artigiane, Cna Impresa
Donna, Confartigianato Donne Impresa, Terziario Donna
Confcommercio, Imprenditoria Femminile Confesercenti), in
collaborazione con Artigiancassa (Gruppo BNP Paribas).
Patrizia Di Dio, presidente di turno di Rete Imprese Italia
Imprenditoria Femminile, ha commentato: “Da questa prima
indagine emerge quello che denunciamo da tempo, ovvero
maggiori difficoltà di accesso al credito e condizioni più
gravose per le imprese femminili”.

La presidente ha denunciato “un atteggiamento
pregiudizievole da parte del mondo bancario nei confronti
delle imprenditrici, peraltro non basato da reali maggiori
problematiche delle imprese femminili che anzi si dimostrano
più affidabili”.

“In riferimento alle dimensioni e all’ubicazione delle
imprese – ha concluso Patrizia Di Dio – è importante
segnalare che chi soffre ancor di più sono le imprese di
dimensione minore e le imprese al Sud”.

STRETTA CREDITIZIA
La percentuale delle imprese femminili (fino a 49 addetti)
che nel primo trimestre 2013 si sono recate in banca per
chiedere credito è risultata più bassa di quella registrata
presso il resto delle imprese italiane fino a 49 addetti
(10,5% contro il 12,0%) e più bassa di quella registrata
nella precedente rilevazione (12,6%).

La cosiddetta area di stabilità, cioè la percentuale delle
imprese che hanno visto accolta la propria richiesta di
credito con un ammontare pari o superiore, si riduce dal
23,8% al 17,1% (contro il 25% del totale delle imprese),
mentre l’area di irrigidimento (percentuale delle imprese
che hanno visto accolta la propria richiesta di credito con
un ammontare inferiore a quello richiesto sommate a quelle
che hanno visto respinta la propria richiesta) cresce dal
54% al 61,9% (contro il 45,1% del totale delle imprese).

Rispetto all’offerta di credito, più della metà delle
imprenditrici segnala un peggioramento rispetto al trimestre
precedente delle altre condizioni applicate ai finanziamenti
(tasso, durata, costo di istruttoria, garanzie). (Public
Policy)

SPE