C’è la crisi di Governo: cosa (non) farà il Parlamento

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ROMA (Public Policy) – La crisi di Governo e le dimissioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte fermano praticamente i lavori del Parlamento. Le conferenze dei capigruppo di Montecitorio e Palazzo Madama, martedì, hanno infatti deciso che quasi tutte le attività legislative, di indirizzo e di controllo verranno interrotte.

Farà eccezione il Recovery Plan, che continuerà a essere esaminato nelle commissioni di merito (Bilancio e Politiche Ue) e in consultiva (con le audizioni).

Per prassi consolidata, infatti, – durante i periodi di crisi di Governo e fino a quando non si ricostituisca la fisiologia del rapporto fiduciario – si interrompe l’attività legislativa, di indirizzo e di controllo delle Camere, salve le eccezioni ricollegabili alla particolare natura ed urgenza di alcuni adempimenti. In particolare, durante la capigruppo, è stato riferito che per quanto attiene all’attività legislativa, è possibile procedere all’esame: dei disegni di legge di conversione dei decreti legge (come il Milleproroghe), dei disegni di legge di autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali, dei disegni di legge di delegazione europea e della legge europea, se rivestono carattere di atti dovuti in quanto legati all’attuazione degli obblighi derivanti dall’appartenenza all’Unione europea. Potranno essere esaminati i provvedimenti di assestamento e rendiconto e altri progetti di legge, ma solo nel caso sussista il consenso unanime dei gruppi parlamentari circa la loro urgenza.

In via generale è esclusa la possibilità, sia in commissione sia in assemblea, di esaminare atti di indirizzo al Governo, di avviare dibattiti sulle comunicazioni del Governo, come nel caso della relazione del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (che probabilmente invierà un testo scritto alle Camere) e lo svolgimento di interrogazioni e interpellanze. (Public Policy) SOR