Dal Taser (e se va male?) alle occupazioni: i dubbi sul dl Sicurezza

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vedi anche: Open Dec sul decreto Sicurezza e immigrazione

ROMA (Public Policy) – Cosa succede se la sperimentazione del Taser per le forze di polizia municipale andasse male? Se lo chiede il dossier del Senato sul dl Sicurezza. “Non è chiaro se un’eventuale valutazione negativa possa costituire un ostacolo alla possibilità di procedere, in un secondo momento (anche a seguito del rinnovo degli organi comunali) alla messa a regime dello strumento”, si legge.

Il provvedimento, voluto dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, allarga la spertimentazione del Taser, un’arma a impulsi elettrici. Con il dl, infatti, si punta a consentire alla Polizia municipale di Comuni con oltre 100mila abitanti di utilizzare il Taser. Al termine della sperimentazione, i Comuni potranno deliberare, con proprio regolamento, di assegnare in dotazione effettiva di reparto questo tipo di armi.

Oltre ai dubbi sugli esiti negativi della sperimentazione, i tecnici rilevano un’altra criticità, stavolta se la sperimentazione andasse bene. “Al termine del periodo di sperimentazione, qualora questo abbia dato esiti positivi e i Comuni decidano di introdurre a regime tale strumento fra quelli in dotazione effettiva alla Polizia municipale, le Regioni parrebbero essere chiamate a sostenere i costi della formazione a regime”, si legge nel dossier.

Il dossier interviene anche sulla revoca della cittadinanza: “Andrebbe valutato se, a fronte di una condanna definitiva per determinati reati, sia configurabile che le conseguenze (in termini di revoca della cittadinanza) differiscano in base alla modalità con cui la cittadinanza sia stata acquisita”.

E sulle misure anti-occupazioni: chi organizza l’occupazione di uno stabile o di un’abitazione, senza poi prendere materialmente parte all’azione, potrebbe non essere punito, sottolineano infatti i tecnici.

Il provvedimento inasprisce infatti le sanzioni per coloro che promuovono o organizzano l’invasione di terreni o edifici. La novità interviene sull’articolo 633 del Codice penale. Questo sanziona con la pena della reclusione fino a due anni e con la multa da 103 a 1.032 euro la condotta di chi “invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli o di trarne altrimenti profitto”.

Il dl introduce una nuova aggravante, oltre a quelle già previste, la quale prevede che, nei confronti dei promotori e organizzatori dell’invasione, nonché di coloro che hanno compiuto il fatto armati si applica la pena della reclusione fino a quattro anni congiuntamente alla multa da 206 a 2.064 euro.

Per i tecnici, però, “è opportuno rilevare che per la configurabilità dell’aggravante” prevista dal decreto, “la giurisprudenza ritiene necessario che l’azione invasiva sia stata commessa collettivamente, da più persone concorrenti che agiscano riunite e siano presenti simultaneamente sul luogo del delitto per la sua consumazione”.

Quindi, sottolinea ancora il dossier, “la nuova disposizione sembrerebbe escludere dal proprio ambito di applicazione i promotori e organizzatori che pur avendo progettato l’invasione non vi hanno poi, materialmente, preso parte”. (Public Policy) FRA