Cosa non c’è più nel dl Dignità: dallo staff leasing ai debiti Pa

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ROMA (Public Policy) – Salta, nell’ultima versione del decreto Dignità, licenziato ieri sera dal Consiglio dei ministri, la norma, presente nelle bozze precedenti, che prevedeva l’eliminazione della tipologia di contratto di somministrazione a tempo indeterminato, il cosiddetto staff leasing.

Nell’ultima versione, infatti, l’articolo 2 stabilisce solo che al lavoratore da somministrare assunto a tempo determinato si dovrà applicare la disciplina del contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, fatte salve speciali previsioni di legge. Il termine iniziale può in ogni caso essere prorogato, con il consenso del lavoratore e per atto scritto, nei casi e per la durata prevista dal Contratto nazionale, ma nel limite di quattro volte.

LA COMPENSAZIONE DEBITI/CREDITI 

Nell’ultima versione del decreto non c’è più, inoltre, la norma che prevedeva di introdurre a partire dal 1° gennaio 2019 la “compensazione universale automatica” tra crediti e debiti nei confronti della Pubblica amministrazione.

L’introduzione della compensazione come principio all’interno del decreto era una delle ipotesi al vaglio del ministero dell’Economia ma nell’ultima versione del testo non è presente.

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VIC