di Riccardo Pieroni
ROMA (Public Policy) – Da una disciplina sperimentale per il voto agli studenti fuorisede già alle Europee di giugno a una norma sulla ineleggibilità dei consiglieri regionali. Dal differimento delle elezioni provinciali a una novità sul marchio d’impresa di simboli o emblemi usati in campo politico, passando al dimezzamento del numero delle firme necessarie per presentare le liste.
Con 79 voti favorevoli, 39 contrari e 6 astenuti mercoledì sera l’aula del Senato ha approvato in prima lettura il dl Elezioni. Il testo, che tra le altre cose prevede lo svolgimento delle Amministrative ed Europee nelle giornate di sabato 8 e domenica 9 giugno e una norma che introduce il terzo mandato per i sindaci dei Comuni tra 5mila e 15mila abitanti, è stato modificato in più parti durante l’esame nella commissione Affari costituzionali e nell’Aula.
Durante le votazioni degli emendamenti in assemblea è stato affrontato nuovamente il nodo del terzo mandato per i presidenti di Regione. La Lega infatti ha ripresentato un emendamento sul tema, bocciato a larga maggioranza, sia dagli alleati che dalle opposizioni, dopo il primo no delle scorse settimane in commissione Affari costituzionali. Sempre dal partito di Matteo Salvini è arrivato un emendamento che puntava a stabilire che per l’elezione dei sindaci si doveva prevedere il ballottaggio solo se una coalizione non raggiunge al primo turno almeno il 40%. La proposta di modifica è stata trasformata in un ordine del giorno, approvato dall’aula.
Vediamo le principali novità approvate durante l’iter in prima lettura a Palazzo Madama:
OK A PROPOSTA FDI SU STRETTA CASI ESENZIONI FIRME
Via libera della commissione Affari costituzionali al Senato alla proposta di Fratelli d’Italia che riduce i casi di esenzione per la raccolta delle firme in vista delle Europee.
Il testo approvato, riformulato rispetto a un prima versione che aveva suscitato le proteste di alcuni partiti, prevede che “nessuna sottoscrizione è richiesta per i partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare nella legislatura in corso al momento della convocazione dei comizi anche in una sola delle due Camere o che nell’ultima elezione abbiano presentato candidature con proprio contrassegno e abbiano ottenuto almeno un seggio in ragione proporzionale o in un collegio uninominale in una delle due Camere”.
Inoltre “nessuna sottoscrizione è richiesta altresì per i partiti o gruppi politici che nell’ultima elezione abbiano presentato candidature con proprio contrassegno ed abbiano ottenuto almeno un seggio in una delle circoscrizioni italiane al Parlamento europeo, e che siano affiliati a un partito politico europeo costituito in gruppo parlamentare al Parlamento europeo nella legislatura in corso al momento della convocazione dei comizi elettorali”.
L’affiliazione “è certificata a mezzo di dichiarazione sottoscritta dal presidente del gruppo parlamentare europeo autenticata da un notaio o da un’autorità diplomatica o consolare italiana. Nessuna sottoscrizione è richiesta, altresì, nel caso in cui la lista sia contraddistinta da un contrassegno composito, nel quale sia contenuto quello di un partito o gruppo politico esente da tale onere“, specifica l’emendamento approvato.
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@ri_piero