La Ragioneria generale dello Stato ha dato parere positivo
al dl Fare, licenziato sabato scorso dal Consiglio dei
ministri.
TUTTI I LANCI DI PUBLIC POLICY
DL FARE, 10 MLN IN 2014 E 5 MLN DA 2015 PER FASCICOLO SANITARIO ELETTRONICO
(Public Policy) – Roma, 21 giu – Costerà 10 milioni nel 2014
e 5 milioni ogni anno dal 2015 in poi la realizzazione di
una piattaforma nazionale che coordini tutti i fascicoli
sanitari elettronici regionali. Lo stabilisce il decreto del
Fare nella sua ultima versione, pronta per la firma di
Giorgio Napolitano.
Il dl in pratica obbliga tutte le Regioni a dotarsi entro
il 31 dicembre 2014 di un Fascicolo sanitario elettronico, o
Fse (misura predisposta nel decreto sviluppo bis del governo
Monti) e stabilisce la nascita, presso l’Agenzia per
l’Italia digitale, di un’infrastruttura centrale che può
essere utilizzata dalle Regioni.
La relazione tecnica del dl Fare sottolinea che per
istituire questa infrastruttura centrale serviranno: 5
milioni di euro nel 2014 per la progettazione e l’impianto;
3 milioni di euro a regime dal 2014 in poi per
l’implementazione e la gestione dei servizi telematici per
consentire l’interfaccia con gli Fse regionali; 2 milioni di
euro a regime sempre dal 2014 per l’implementazione e
gestione dei servizi di sicurezza.
I fondi per coprire questi 10 milioni nel 2014 e 5 milioni
dal 2015 in poi vengono individuati nei capitoli di
copertura dell’articolo 61 del dl Fare. Articolo che
genericamente individua come coperture per tutto il decreto
un rialzo delle accise su benzina e gasolio da
carburante; una nuova Robin Tax (tassa sulla valorizzazione
automatica delle scorte petrolifere) estesa anche alle
imprese energetiche minori; una riduzione al fondo per
l’adeguamento al piano frequenze delle emittenti tv e
all’otto per mille Irpef dello Stato.
LE ALTRE RISORSE DIROTTATE DA ITALIA-LIBIA, TERZO VALICO E STRETTO DI MESSINA
(Public Policy) – Roma, 21 giu – 639 milioni di euro
verranno sottratti alle risorse già stanziate per la linea
Av/ac Torino-Lione (il tav) per finanziare gli interventi
per le infrastrutture previsti nel Dl Fare. Il dato è
contenuto nella Relazione tecnica al decreto della
Ragioneria generale dello stato, che ha dato parere positivo
al provvedimento. Le risorse per il treno ad alta velocità,
si legge nel testo, sono “al momento non necessarie”.
Gli interventi sono quelli previsti dall’art. 18 del
provvedimento, che porta il titolo di ‘sblocca cantieri’,
che istituisce un Fondo apposito il cui ammontare
complessivo previsto è, fanno sapere dalla Ragioneria, di 2
miliardi e 69 milioni di euro. Si va, solo per indicarne
alcuni, dalla tangenziale esterna di Milano, all’asse viario
Umbria Marche, alla linea C della metropolitana di Roma
(nella tratta Colosseo-Piazza Venezia, all’alta velocità
Napoli-Bari).
Oltre all’importo prelevato dalle risorse per la
Torino-Lione, i soldi per il Fondo verranno presi dalla
quota non utilizzata delle risorse destinate all’attuazione
del Trattato di amicizia con la Libia (432 milioni),
dall’assegnazione disposta dal Cipe per la realizzazione del
secondo lotto del Terzo valico dei Giovi (763 milioni) e da
risorse destinate alla ridefinizione dei rapporti
contrattuali con la società Stretto di Messina (235
milioni), allo stato non necessarie, scrive la Ragioneria,
“non essendo definito il contenzioso con il general
contractor”.
Il totale del Fondo ‘sblocca cantieri’ negli anni è così
ripartito: 335 milioni nel 2013, 405 milioni nel 2014, 652
nel 2015, 535 nel 2016 142 nel 2017.
DL FARE, 3 MLN IN PIÙ PER VALORIZZARE PATRIMONIO IMMOBILIARE STATALE
(Public Policy) – Roma, 21 giu – Dal fondo per il pagamento
dei canoni di locazione dello Stato verranno presi nel 2013
3 milioni di euro per finanziare le Sgr (società gestione
del risparmio) ovvero i gestori e liquidatori dei patrimoni
pubblici. È quanto prevede l’articolo 12 del decreto fare,
nella sua versione più recente.
Il decreto Fare stabilisce infatti di aumentare da 3 a 6
milioni di euro per il 2013 l’autorizzazione di spesa per
valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico.
Ad essere decurtato è il fondo per il pagamento dei canoni
di locazione degli immobili conferiti dallo Stato ad uno o
più fondi immobiliari. Al fondo nel 2013 sono confluiti 249
milioni di euro.
DL FARE, 2,5 MILIARDI DALLA CDP A GARANZIA FINANZIAMENTI NUOVI MACCHINARI
(Public Policy) – Roma, 21 giu – Tre ‘tranche’ ripartite tra
il 2014 e il 2016, per un importo complessivo di 2,5
miliardi, con possibilità di aumento fino a 5 miliardi
“sulla base delle risorse disponibili”.
È la dotazione del ‘plafond’ della Cassa depositi e
prestiti, stimata dalla Ragioneria generale dello Stato,
“per fornire provvista al sistema bancario da destinare alla
concessione di finanziamenti in favore di Pmi che intendono
acquistare macchinari, impianti e attrezzature”.
La previsione è contenuta nella relazione della Ragioneria
alla norma del Dl Fare sui finanziamenti alle imprese
manifatturiere per l’acquisto di nuovi macchinari.
Finanziamenti, erogati dalle banche aderenti, che avranno
“una durata massima di 5 anni dalla data della stipula del
contratto e un importo massimo complessivo non superiore a 2
milioni di euro per ciascuna impresa beneficiaria,
eventualmente frazionabile su più iniziative di importo
unitario non inferiore a 200 mila euro”.
Alle imprese che accederanno ai finanziamenti bancari, il
Mise concederà “un contributo”, che sarà fissato con un
decreto dal ministro dello Sviluppo economico insieme a
quello dell’Economia. I finanziamenti potranno inoltre
essere assistiti dalla garanzia del Fondo per le Pmi, “nella
misura massima dell’80% dell’ammontare del finanziamento”.
LE TRANCHE
L’ipotesi “più realistica – si legge nella relazione della
Ragioneria – è quella di prevedere l’erogazione di una prima
tranche di 1 miliardo di euro nel 2014 e di due successive
tranche, ciascuna di 750 milioni di euro, per gli anni 2015
e 2016″.
IL PIANO DI AMMORTAMENTO
Le piccole e medie imprese beneficiarie restituiranno “alle
banche i finanziamenti ottenuti, in 5 anni, secondo un piano
di ammortamento con rate semestrali“.
L’IMPORTO MASSIMO DEL CONTRIBUTO
Sarà pari “alla somma degli interessi calcolati sui
finanziamenti, applicando un tasso convenzionale”, stimato
“nella misura del 2,7% annuo“.
DL FARE, IL RAFFORZAMENTO DEL FONDO DI GARANZIA PMI OPERATIVO A FINE 2013
(Public Policy) – Roma, 21 giu – Il rafforzamento del Fondo
di garanzia per le piccole e medie imprese previsto nel dl
Fare “non comporterà effetti negativi per la finanza
pubblica”. L’impatto sarà infatti “marginale nell’anno in
corso”, visto che l’adeguamento ai nuovi criteri previsti
“sarà definito con un successivo decreto ministeriale” e
sarà operativo solamente a fine 2013. Il dato è contenuto
nella Relazione tecnica al decreto della Ragioneria generale
dello Stato, che ha dato parere positivo al provvedimento.
In ogni caso, si legge, all’ampliamento “della platea di
imprese potenzialmente beneficiarie si farà fronte
attraverso maggiori accantonamenti a titolo di coefficiente
di rischio”, nella misura massima “delle disponibilità del
Fondo che, a legislazione vigente, sarà incrementato con lo
stanziamento previsto” per il 2014.
COSA PREVEDE IL DL FARE ALL’ARTICOLO 1
Il Fondo di garanzia per le Pmi – stabilisce il dl Fare
all’articolo 1 – potrà coprire fino all’80% dell’importo
dell’operazione finanziaria di “imprese che vantano crediti
nei confronti di Pubbliche amministrazioni”. Lo stesso varrà
per le “operazioni finanziarie di durata non inferiore a 36
mesi”.
Inoltre verranno semplificate le procedure e le modalità di
presentazione delle richieste “attraverso un maggior ricorso
a modalità telematiche di accesso”. Verrà infine limitato il
rilascio della garanzia del Fondo alle operazioni
finanziarie “di nuova concessione”, escludendo cioè le
imprese che hanno già deliberato operazioni finanziarie al
momento della richiesta di garanzia.
COS’È IL FONDO DI GARANZIA PER LE PMI
Il Fondo di garanzia sostiene lo sviluppo delle micro,
piccole e medie imprese concedendo una garanzia pubblica a
fronte di finanziamenti concessi dalle banche. L’impresa che
ha bisogno di un finanziamento può chiedere cioè alla banca
di garantire l’operazione mediante la garanzia pubblica.
DL FARE, RIDUZIONE ACCISA GASOLIO COSTERÀ 14,4 MLN DI EURO NEL 2013
(Public Policy) – Roma, 21 giu – 25 euro per 1.000 litri di
gasolio: è l’accisa che dal 1° agosto al 31 dicembre 2015
pagheranno i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli
professionali “sul gasolio utilizzato per il riscaldamento
delle coltivazioni sotto serra”.
Lo stabilisce l’articolo 6 del dl Fare. Le entrate dello
Stato diminuiranno annualmente di circa 34,6 milioni di
euro, dovute a 28,6 milioni di minore accisa e circa 6
milioni di minore Iva. Il dato è contenuto nella Relazione
tecnica al decreto della Ragioneria generale dello Stato,
che ha dato parere positivo al provvedimento.
Considerando – si legge – l’entrata in vigore della norma
dal 1° agosto, “per il solo 2013 la perdita complessiva sarà
dell’ordine di 14,4 milioni di euro (11,9 milioni di euro di
accise e 2,5 milioni di Iva)”.
LE COPERTURE
Per le coperture si provvederà “mediante riduzione dei
consumi medi standardizzati di gasolio” fissati da un
decreto ministeriale del 26 febbraio 2002 (“Determinazione
dei consumi medi dei prodotti petroliferi impiegati in
lavori agricoli, orticoli, in allevamento, nella
silvicoltura e piscicoltura e nelle coltivazioni sotto serra
ai fini dell’applicazione delle aliquote ridotte o
dell’esenzione dell’accisa”).
La stima, fatta dalla Ragioneria generale, è che “una
riduzione del 5% dei consumi medi standardizzati possa
generare maggiori entrate per circa 54 milioni di euro”. La
riduzione delle assegnazioni di gasolio da operare per
assicurare la copertura dell’articolo 6 “si attesterebbe per
l’anno 2013 tra 1 e 1,5%” e per 2014 e 2015 “tra 3 e 3,5%”.
DL FARE, DA PROROGA TOBIN TAX ONERI PER 12,85 MILIONI DI EURO
(Public Policy) – Roma, 21 giu – La proroga della Tobin tax
contenuta nel Dl Fare comporterà costi per le finanze
pubbliche di 12,85 milioni di euro, di cui 6,75 milioni
dovuti al minor gettito. Lo si legge nella relazione della
Ragioneria generale dello Stato.
Il decreto Fare proroga dal 1° luglio al 1° settembre il
termine di decorrenza di applicazione dell’imposta sulle
transazioni finanziarie introdotta con la Legge di
stabilità.
Inoltre, si legge nella relazione della Ragioneria, alle
minori entrate dovranno aggiungersi oneri per 6,1 milioni di
euro dovuti alla maggiore spesa per interessi relativa allo
slittamento del gettito di circa 640 milioni di euro per 80
giorni.
DL FARE, TAGLIATO TAX CREDIT CINEMA: 45 MILIONI E SOLO PER IL 2014
(Public Policy) – Roma, 21 giu – Tagliato il tax credit per
produzione, distribuzione ed esercizio del settore
cinematografico. La versione più recente del dl Fare prevede
infatti la proroga delle agevolazioni per il mondo del
cinema solo per il 2014 e per un importo massimo di 45
milioni di euro.
Nella versione del decreto uscita da Palazzo Chigi lo
scorso sabato era stato stabilito il rifinanziamento per il
2014-2015 per un importo totale di 110 milioni di euro (80
per il 2014 e 30 per il 2015). In questi giorni c’era timore
nel mondo del cinema per questi tagli che, effettivamente,
leggendo il testo del decreto nella sua ultima versione, c’è
stato veramente.
L’articolo 11 della nuova versione infatti recita: “Per il
periodo d’imposta 2014 spettano i crediti d’imposta nel
limite massimo di spesa di 45 milioni di euro per l’anno
á2014. Con provvedimento dell’Agenzia delle entrate sono
dettati termini e modalità di fruizione dei crediti di
imposta nonché ogni altra disposizione finalizzata a
garantire il rispetto del limite massimo di spesa di cui al
primo periodo”.
Per quanto riguarda le coperture, la relazione tecnica
allegata al dl Fare spiega che la spesa di 45 milioni di
euro per il 2014 verrà coperta, genericamente, con le
entrate definite dall’articolo 61. Articolo in cui non si
specifica voce per voce quanti soldi verranno erogati ma si
specifica quali sono le coperture per tutti gli articoli del
decreto che comportano oneri.
In particolare il governo prevede di coprire il costo del
dl Fare con un rialzo delle accise su benzina e gasolio da
carburante; una nuova Robin Tax (tassa sulla valorizzazione
automatica delle scorte petrolifere) estesa anche alle
imprese energetiche minori; una riduzione al fondo per
l’adeguamento al piano frequenze delle emittenti tv e
all’otto per mille Irpef dello Stato. (Public Policy)
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