Dl Sicurezza, ok tra le urla: “Vergogna”. Lunedì in aula

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ROMA (Public Policy) – Le commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera hanno votato giovedì il conferimento del mandato ai relatori Augusta Montaruli (FdI), Ingrid Bisa (Lega) e Davide Bellomo (FI), autorizzandoli a riferire positivamente nell’aula di Montecitorio sul dl Sicurezza, dove il provvedimento è atteso per lunedì e su cui è già stata preannunciata la questione di fiducia.

Durante l’iter in I-II Camera, i membri delle commissioni hanno esaminato e respinto i primi 160 emendamenti segnalati al testo, arrivando fino all’articolo 15. Automaticamente respinti i 239 rimasti. 

Il presidente Nazario Pagano ha posto in votazione il mandato tra le urla “vergogna” che si levavano dai banchi delle opposizioni, applicando la tagliola anche agli ultimi tre interventi in dichiarazione di voto (rimanevano tre iscritti a parlare).

Fuori dalla Sala Mappamondo, le opposizioni unite, tranne Az, (e dunque Pd, Avs, M5s, Iv e +Eu) hanno dichiarato l’intenzione di scrivere in merito al presidente della Camera, Lorenzo Fontana.

IL PD PARLA DI “METODO ORBANIANO”

“La maggioranza ha scritto una pagina nera nella storia parlamentare. Il decreto Sicurezza ha concluso il suo iter nelle commissioni congiunte della Camera Affari Costituzionali e Giustizia alla Camera con forzature regolamentari e atteggiamenti della maggioranza degne dell’Ungheria di Orban“, ha detto il deputato del Pd Federico Fornaro, intervenendo in commissione.

“Sul decreto cosiddetto ‘Sicurezza’ – aggiunge – è stata concessa la discussione di meno della metà degli emendamenti presentati dalle opposizioni (160 respinti e ben 239 erano ancora restanti) e di entrare nel merito di meno della metà degli articoli (14 su 38). L’uso della “tagliola” da parte dei due presidenti di commissione, in questo caso, non era autorizzato da scadenze imminenti di conversione del decreto legge. È stata una forzatura nella logica del ‘voglio, posso e comando’, con buona pace della democrazia parlamentare”.

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MAR