Imprese&Lavoro, vincono i critici di Jobs act e Fornero

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ROMA (Public Policy) – Mentre tutti guardano ai risultati elettorali, tra chi canta vittoria (M5s e Lega su tutti) e chi si lecca le ferite (Pd e Leu), non mancano le novità sul fronte Imprese&Lavoro, alcune assai rilevanti, dal Governo.

Le urne consegnano un quadro confuso. Anche se, come detto, sono emersi chiaramente vincitori e vinti, la formazione di un Governo è assai difficoltosa, visto che sia il M5s (risultato primo partito) che il centrodestra (FI, Lega, FdI e NcI hanno preso più voti in coalizione) non hanno i seggi parlamentari per una maggioranza.

Da sottolineare, comunque, che quelle premiate dalle urne sono forze politiche che durante la campagna elettorale hanno messo in discussione molte delle politiche su lavoro e pensioni decise dagli ultimi Governo di centrosinistra.

Sia M5s che centrodestra, infatti, hanno più volte criticato il Jobs act ma anche messo in discussione la legge Fornero. Se il Governo dovesse essere 5 stelle, comunque, sapremmo già i ministri dello Sviluppo economico e quello del Lavoro, annunciati – come tutti gli altri – dal candidato premier Luigi Di Maio. Al Mise andrebbe Lorenzo Fioramonti, mentre al Lavoro Pasquale Tridico.

Per questa settimana non affronteremo il capitolo ‘Parlamento’ per concentrarci su quello che è accaduto sotto la voce ‘Governo’.

DAL GOVERNO: TAVOLI CRISI E FONDO ANTIDELOCALIZZAZIONI

È stata, quella scorsa, una settimana intensa al Mise soprattutto per quanto riguarda i tavoli di crisi. Svolta per uno dei tavoli più critici che avevano coinvolto il ministero guidato da Carlo Calenda. Embraco, controllata Whirlpool, ha deciso di congelare gli oltre 500 licenziamenti che sembrano ormai certi. Stop alle uscite, se non volontarie, per tutto il 2018.

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FRA