(Public Policy) – Roma, 27 nov – Un approccio in linea con
quelli seguiti in passato dai governi italiani in tema di
energia, caratterizzato da prezzi troppo alti per via di
“componenti parafiscali” e “distorsioni regolatorie o per
finalità politiche”, da un eccessivo coinvolgimento dello
Stato negli investimenti, e da politiche di incentivo che
generano squilbri.
Si può riassumere così la valutazione di “Fermare il
declino”, il movimento fondato, tra gli altri, da Oscar
Giannino e dagli economisti Luigi Zingales e Michele
Boldrin. Il movimento ha inviato per raccomandata al Governo
un documento (il modulo per la consultazione pubblica sul
sito del ministero per lo Sviluppo economicio “non si presta
alla natura dei commenti”) con le sue valutazioni sulla
strategia energetica, in cui non risparmia critiche e
propone suggerimenti e linee di intervento.
PRECEDENZA ALLA RIDUZIONE DEI PREZZI
L’obiettivo del contenimento dei prezzi “dovrebbe assumere
il rilievo di un’emergenza in tutti gli atti di governo del
settore”. Al contrario, secondo Fermare il declino, la Sen
non stabilisce alcuna gerarchia tra la pluralità degli
obiettivi perseguiti, la maggior parte dei quali comporta un
aumento ulteriore dei prezzi dell’energia.
“Molti degli obiettivi perseguiti dalla Sen – si legge nel
documento – sono finalizzati alla redistribuzione della
ricchezza, attraverso misure equivalenti alla spesa pubblica
finanziate, però, a carico dei consumatori di energia
italiani. Tra le misure di questo tipo Fermare il declino
indica il mantenimento degli incentivi al fotovoltaico,
l’introduzione di aste per l’incentivazione per impianti di
generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili, e
l’introduzione di un meccanismo di capacity payment (la
possibilità che alcuni impianti termoelettrici, come i cicli
combinati a gas, vengano remunerati non solo per la
produzione, ma anche per la potenza rapidamente
dispacciabile che mettono a disposizione; Ndr), in una
situazione di significativo eccesso di capacità di
generazione.
“Le distorsioni nei costi
complessivi dell’elettricità e del gas per i consumatori
prodotti da tali politiche – si legge nel documento –
affievoliscono i segnali di prezzo prodotti dal mercato,
contribuendo a delegittimare il processo di liberalizzazione
ancora in corso nei settori italiani dell’energia elettrica
e del gas”.
INTERVENTO PUBBLICO, NO GRAZIE
La Sen, sostiene Fermare il declino, “afferma un ruolo per
l’intervento pubblico sostitutivo del mercato nei settori
italiani dell’energia”. Nello specifico, gli autori del
testo criticano tre aspetti.
Il primo riguarda gli interventi di sostegno alla capacità
di generazione elettrica attraverso il capacity payment “che
operano un ingiustificato trasferimento di ricchezza dai
consumatori ai produttori, costituiscono aiuti di Stato,
incompatibili con la normativa Ue e sono un elemento
distorsivo della concorrenza”.
Segnala poi gli investimenti in infrastrutture di
trasporto, rigassificazione e stoccaggio di gas naturale
“posti a carico dei consumatori di gas italiani,
direttamente oppure indirettamente, attraverso lo strumento
della ‘garanzia dei ricavi’ per gli investitori privati”.
Infine, l’incentivazione economica alle rinnovabili e ai
risparmi energetici, che necessita di “una revisione
radicale dei meccanismi di incentivazione, finalizzata a
minimizzarne l’onere sui consumatori”.
UN PROBLEMA DI GOVERNANCE
La Sen, per Fermare il declino, non affronta importanti
temi collegati all’organizzazione e al governo dei settori
Italiani dell’energia elettrica. Ci sono, sotto questo
aspetto, “significative carenze”. Tra esse il documento
segnala in primo luogo “una commistione dei ruoli tecnici e
di indirizzo politico”. C’è il fatto, “fonte di conflitto di
interessi tra Stato-azionista e Stato-regolatore” che la
proprietà delle principali imprese operanti nel mercato e
nei settori regolati del trasporto di energia elettrica e
gas è pubblica. Infine “l’esistenza di soggetti di proprietà
pubblica che svolgono un ampio spettro di attività ancillari
del settore energetico”.
Sotto il profilo della governance, Fermare il declino
raccomanda dunque “misure che aumentino il grado di
trasparenza dei processi decisionali”, la “completa
privatizzazione di tutte le aziende operanti nei settori
dell’energia”, la riorganizzazione e privatizzazione di
tutti i soggetti “che svolgono le attività ancillari sopra
menzionate”. (Public Policy)
LEP