EQUO COMPENSO PER I GIORNALISTI, PRIMA RIUNIONE E PRIME POLEMICHE

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(Public Policy) – Roma, 4 mar – È stata emanata il 4
dicembre, entrata in vigore il 18 gennaio, oggi cerca di
muovere i suoi primi passi. Stiamo parlando della legge
233/2012 sull’equo compenso per il lavoro giornalistico.
Oggi il Governo Monti (con il sottosegretario all’Editoria
Paolo Peluffo) ha convocato la Commissione che dovrà
occuparsi di capire che cosa s’intende per equo compenso.

Una prima riunione accompagnata dalle prime polemiche.
Scrive infatti, circa un’ora fa, su Facebook, Enzo Iacopino,
che dell’Ordine dei giornalisti è presidente: “Le sorprese
non finiscono mai. L’insediamento della commissione
sull’equo compenso? Un’altra volta. C’era una folla, a
quella che avrebbe dovuto essere la prima riunione. Il
ministero del Lavoro e quello dello Sviluppo economico hanno
nominato il loro rappresentante. Sono con il presidente
dell’Inpgi Andrea Camporese e con quello della Fnsi Giovanni
Rossi. Ci si presenta il presidente di Mediacoop Salani.
Chiede Rossi: ‘Lei rappresenta gli editori?’ Ma quando mai,
risponde, veniamo tutti. Dico: ‘Ma la legge prevede un solo
rappresentante’. Replica: ‘Appunto, vogliamo chiedere una
interpretazione della legge'”.

Ma vediamo in sintesi che cosa prevede la legge approvata a
dicembre.

QUALI GIORNALISTI?
Quelli iscritti all’albo, “titolari di un rapporto di
lavoro non subordinato in quotidiani e periodici, anche
telematici, nelle agenzie di stampa e nelle emittenti
radiotelevisive”.

CHE VUOL DIRE “EQUO COMPENSO”?
Si intende “la corresponsione di una remunerazione
proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro
svolto, tenendo conto della natura, del contenuto e delle
caratteristiche della prestazione, nonchè della coerenza con
i trattamenti previsti dalla contrattazione collettiva
nazionale di categoria in favore dei giornalisti titolari di
un rapporto di lavoro subordinato”.

LA COMMISSIONE
La legge istituisce, con sede nel dipartimento per
l’Editoria della presidenza del Consiglio, “la commissione
per la valutazione dell’equo compenso nel lavoro
giornalistico”, entro “30 giorni dall’entrata in vigore
della legge, presieduta dal sottosegretario alla presidenza
del Consiglio con delega all’informazione”.

Sarà composta da: un rappresentante del ministero del Lavoro;
uno del ministero dello Sviluppo economico; uno del Consiglio
nazionale dell’Ordine dei giornalisti; uno dei sindacati dei
giornalisti (quelli più rappresentativi sul piano
nazionale); uno dei sindacati dei datori di lavoro e dei
committenti (sempre i più rappresentativi); uno
dell’Inpgi(la previdenza dei giornalisti). Nessuno di loro
riceverà un compenso o un’indennità.

DOPO DUE MESI
La commissione, “valutate le prassi retributive” di
quotidiani e periodici (anche online), radio, tv e agenzie
di stampa, definirà “l’equo compenso dei giornalisti
iscritti all’albo non titolari di rapporto di lavoro
subordinato […] avuto riguardo alla natura e alle
caratteristiche della prestazione in coerenza con i
trattamenti previsti dalla contrattazione collettiva
nazionale”.

Inoltre la commissione redigerà “un elenco dei quotidiani,
dei periodici, anche telematici, delle agenzie di stampa e
delle emittenti radiotelevisive che garantiscono il rispetto
di un equo compenso, dandone adeguata pubblicità sui mezzi
di comunicazione e sul sito internet del Dipartimento per
l’editoria”.

LA DURATA DELLA COMMISSIONE
Tre anni, poi cesserà “dalle proprie funzioni”.

LA QUESTIONE DEI CONTRIBUTI ALL’EDITORIA
A decorrere dal 1° gennaio 2013 “la mancata iscrizione
nell’elenco per un periodo superiore a sei mesi comporta la
decadenza del contributo pubblico in favore dell’editoria,
nonchè da eventuali altri benefici pubblici, fino alla
successiva iscrizione”.

IACOPINO (ODG): EDITORI SOLLECITANO UN PARERE
INTERPRETATIVO
“Gli editori non hanno indicato il loro rappresentante.
Hanno presentato una lettera con la quale sollecitano un
parere interpretativo.

Secondo loro, in commissione dovrebbero essere in 9”. Lo
scrive su Facebook, criticando la posizione degli editori in
merito alla commissione di valutazione sull’equo compenso
nel lavoro giornalistico, il presidente dell’Ordine dei
giornalisti Enzo Iacopino.

Oggi il Governo Monti (con il sottosegretario all’Editoria
Paolo Peluffo) ha infatti convocato per la prima volta la
commissione che dovrà occuparsi di capire che cosa s’intende
per equo compenso.

“Il sottosegretario Peluffo – continua Iacopino – ha
deciso, con un consenso unanime, di affidare al Dipartimento
affari giuridici della presidenza del Consiglio, il compito
di dare il parere (anziché rivolgersi al Consiglio di Stato
con un blocco di alcuni mesi). Così la manovra degli editori
è stata parzialmente evitata perché, assicura Peluffo, in
quindici giorni avremo il parere. Ma nell’attesa si
comincerà a lavorare incrociando i dati”. (Public Policy)

GAV