GIUSTIZIA, BERNARDINI: INUTILE IL DDL SULLE MISURE ALTERNATIVE /INTERVISTA

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(Public Policy) – Roma, 3 dic – (di Sonia Ricci) È in
discussione in Aula alla Camera il disegno di legge “Delega
al Governo in materia di sospensione del procedimento con
messa alla prova, pene detentive non carcerarie, nonché
sospensione del procedimento nei confronti degli
irreperibili”.

Il ddl è stato presentato il 29 febbraio 2012 dalla
Guardasigilli Paola Severino, e ha iniziato il suo iter in
commissione Giustizia alla Camera il 29 marzo. Dopo il
parere positivo della commissione, il ddl è poi approdato in
Aula il 23 ottobre scorso.

Il provvedimento prevede l’introduzione di pene alternative
al carcere, la sospensione del processo con messa alla prova
dell’imputato e la sospensione del procedimento per gli
irreperibili.

In merito al provvedimento abbiamo intervistato la deputata
radicale, Rita Bernardini (eletta nelle fila del Pd), da
sempre impegnata sul fronte del sovraffollamento carcerario
e contraria al testo presentato in Aula.

D. COSA CONTESTA DEL DDL?
R. Per quanto riguarda la messa alla prova è stata prevista
una pena edittale massima di quattro anni, in realtà nelle
nostre carceri sono pochissimi i detenuti in questa
situazione. Con la pena edittale s’intende il massimo
previsto dal quel tipo di pena, non quello che ti hanno
dato. Queste misure non incidono minimamente sul
sovraffollamento carcerario.

Sembra che l’unica pena vera sia il carcere, ma non è così
perché anche le pene alternative comportano una certa
sofferenza, una disciplina e danno un maggiore risultato ai
fini della recidiva. Da parte della Lega e dell’Idv alzare
tutto questo polverone per un provvedimento che sarà
inutile, mi sembra esagerato.

D. QUAL È IL SUO GIUDIZIO SUL PROVVEDIMENTO.
R. Negativo. Sembra che stiamo discutendo di chissà che
cosa, in realtà per l’obiettivo che si propone, cioè
diminuire la popolazione penitenziaria, facendola accedere
alle pene alternative, è del tutto inadeguata. Questo tipo
di misure, non hanno nessun tipo di automaticità e urgenza.
Il sovraffollamento è un reato dello Stato italiano, la
nostra proposta è l’amnistia per uscire subito
dall’illegalità.

D. QUALI SONO STATE LE VOSTRE PROPOSTE IN COMMISSIONE E CHE
FINE HANNO FATTO?
R. Ne abbiamo presentate diverse. Uno è l’emendamento per
la depenalizzazione della coltivazione della cannabis per
uso personale. Emendamento ammesso e votato in commissione,
poi inspiegabilmente dichiarato inammissibile in Aula dal
presidente della Camera Gianfranco Fini.

Sono stati annullati anche tutti i nostri emendamenti
successivi, tra cui quello che prevedeva un’altra pena
alternativa al carcere: l’affidamento in prova ai servizi
sociali. Anche l’emendamento per l’inalzamento della pena
edittale a più di quattro anni è stato respinto.

Sull’esperienza del modello tedesco avevamo proposto anche
un nuovo istituto, quello dell’astensione dalla pena da
parte del giudice. Provvedimento che prevede l’astensione
dall’infliggere la pena, nel caso in cui chi ha commesso il
reato abbia già subito una ‘pena naturale’, tale da rendere
ingiustificata la sanzione. Si tratta di reati di tipo
colposo.

D. DURANTE UN SUO INTERVENTO HA DETTO CHE L’ARTICOLO 1 DEL
DDL È STATO “SVUOTATO” IN COMMISSIONE, PERCHÉ?
R. L’articolo 1 ora prevede che il giudice nell’infliggere
la pena possa scegliere, per i reati con pene massime di
quattro anni, la carcerazione domiciliare o la carcerazione
vera e propria. Quindi, ora il giudice avrà questa
possibilità, ma precedentemente il testo prevedeva come
scelta principale, per questi tipi di reati, quella della
carcerazione domiciliare.

D. OGGI È AL SUO 40° GIORNO DI SCIOPERO DELLA FAME, PER
L’AMNISTIA. QUANDO LO INTERROMPERÀ?
R. Abbiamo presentato una risoluzione sul diritto di voto
dei detenuti. Tra i detenuti, infatti, vota un’estrema
minoranza, inferiore al 10%, pur essendocene decine di
migliaia che ne hanno diritto. C’è una procedura molto
complessa che i detenuti non conoscono. Si devono snellire
le procedure. La calendarizzazione della risoluzione sarebbe
l’occasione per interrompere lo sciopero della fame. (Public
Policy)

– Leggi l’intervista al capogruppo leghista in commissione Giustizia, Nicola Molteni

SOR