(Public Policy) – Roma, 27 nov – “Voglio dire chiaro che chi
oggi si assume la responsabilità di chiudere l’Ilva a fronte
dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), che il
ministero ha rilasciato, si assume anche la responsabilità
di un rischio ambientale che potrebbe essere non risanabile
nel breve periodo”.
Lo afferma il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, che in
un’intervista al Messaggero fa sapere “di essere molto
preoccupato per la chiusura degli stabilimenti tarantini
dell’Ilva”. La chiusura è stata annunciata dall’azienda dopo
il sequestro di tutta la produzione dell’Ilva degli ultimi
quattro mesi, decisa ieri dalla procura di Taranto.
“Il procedimento giudiziario che riguarda l’Ilva – ha
aggiunto il ministro – è appena avviato e il contenzioso è
tale che questa situazione può rimanere paralizzata per
anni. Nel frattempo, accanto ai problemi ambientali si
aggiungono pure quelli sociali”. Sulla strada da seguire, il
ministro puntualizza sull’applicazione dell’Aia: “La legge
prevede sanzioni per chi disapplica l’Aia. In questo caso
prenderemo provvedimenti per far rispettare la legge”.
L’Aia, precisa Clini, prevede una “serie di verifiche e
lavori che porteranno l’Ilva di Taranto a diventare, nel
giro di due anni e mezzo, il più moderno e pulito
stabilimento siderurgico d’Europa. Ma se gli impianti
vengono bloccati si realizza un risultato ambientale
negativo perché gli impianti fermi dovranno poi essere
bonificati non si sa da chi”.
Su un possibile conflitto con la magistratura, il ministro
dell’Ambiente risponde: “La norma è l’Aia. Io non ho aperto
conflitti con la magistratura, sto cercando di capire se la
magistratura li ha aperti con noi”. (Public Policy)
SOR