di Riccardo Pieroni
ROMA (Public Policy) – La situazione di Gerusalemme est e il rinvio delle elezioni palestinesi. I razzi lanciati da Hamas e la risposta di Israele. La difficile situazione vissuta dalla popolazione della Striscia di Gaza. Sono questi alcuni degli aspetti principali che sono emersi nel corso di due audizioni della commissione Esteri del Senato dedicate al conflitto israelo – palestinese.
Nello specifico, la 3a commissione di Palazzo Madama martedì 8 giugno ha sentito l’ambasciatrice di Palestina in Italia, Abeer Odeh. Mentre mercoledì 9 è stato audito Dror Eyad, ambasciatore di Israele in Italia. I due diplomatici nel corso delle loro audizioni si sono soffermati soprattutto sugli eventi legati alla Striscia di Gaza e agli scontri di maggio.
“Nell’agosto 2005 Israele si è completamente ritirato dalla Striscia di Gaza. Abbiamo portato via persino le nostre tombe. Da allora non siamo più la potenza occupante. Abbiamo lasciato serre, attrezzature agricole ed edifici”, ha affermato Eydar. Nel 2006 Hamas “ha vinto le elezioni dell’Autorità palestinese” e “sono scoppiate sanguinose rivolte tra le varie fazioni interne”. Nel 2007 l’organizzazione ha “preso il controllo definitivo della Striscia di Gaza”.
Eydar ha poi affermato che “l’entità di Hamas a Gaza ha un confine con Israele ma anche con l’Egitto. Inizialmente il confine era aperto, finché non ci siamo resi conto che Hamas stava introducendo armi, esplosivi e materiali progettati per trasformare la Striscia in un pericoloso covo di terroristi, simile all’Afghanistan o all’Isis. Dalla presa del potere questa organizzazione terroristica ha lanciato decine di migliaia di razzi contro Israele, portando a ripetute riprese di combattimenti ogni tot di anni”.
E in merito ai fatti di maggio l’ambasciatore di Israele ha detto che Hamas ha “lanciato 4mila razzi contro i nostri cittadini, i nostri civili. Ogni razzo aveva lo scopo di uccidere ebrei e cittadini in generale. il fatto che grazie alla nostra tecnologia siamo riusciti ad intercettare alcuni di quei razzi non cambia le cose. Hamas intendeva uccidere gli ebrei ovunque si trovassero e va giudicato per questa sua intenzione”.
Hamas ha “compiuto crimini” con una duplice azione, innanzitutto rivolta a “sparare in maniera indiscriminata alla popolazione civile israeliana”. Un’azione – ha raccontato Eydar – svolta in “mezzo alla sua popolazione civile. Ha usato la popolazione di Gaza come scudo umano. Le scorte di razzi sono state nascoste sotto asili e ospedali. il quartiere generale di Hamas si trovava all’interno di normali edifici residenziali”.
“I nostri sistemi – ha poi aggiunto l’ambasciatore di Israele – hanno rilevato che più del 20% dei lanci di razzi” da parte di Hamas è “caduto nella stessa Striscia di Gaza: un numero enorme. Hanno lanciato razzi per uccidere ebrei e hanno ucciso i loro stessi residenti, comprese famiglie e bambini. Hanno causato distruzione a edifici e infrastrutture”.
Eydar ha poi espresso preoccupazione sul destino delle risorse che la comunità internazionale ha inviato in questi anni a Gaza. “La maggior parte dei materiali che entrano sono confiscati da Hamas per i propri scopi, principalmente terroristici. Per esempio il cemento destinato alla costruzione di case viene utilizzato per i tunnel di terroristi. I fertilizzanti per l’agricoltura vengono usati nella fabbricazione degli esplosivi”.
E in merito al nuovo Governo israeliano che si sta formando l’ambasciatore ha spiegato che “per la prima volta ci sarà un partito arabo nella coalizione. Secondo me è una cosa ottima, una prova del fatto che Israele non è uno Stato di apartheid”.
L’ambasciatrice di Palestina in Italia, Abeer Odeh, invece – che è stata audita martedì dalla commissione – ha criticato la “continua requisizione delle case dei palestinesi” e il trasferimento di molte famiglie per “fare spazio ai programmi di colonizzazione” di Israele, soprattutto a “Gerusalemme est e nelle aree contigue. Tutto ciò fa parte ormai di un piano sistematico e deliberato per togliere i palestinesi, per fare pulizia etnica in queste aree, in vista dell’annessione. Una grave violazione del diritto internazionale”.
Secondo l’ambasciatrice, Israele rimane la “potenza occupante” e le sue “leggi draconiane” rendono la vita impossibile della popolazione palestinese, al fine di “servire la necessità dei fabbisogni dei coloni israeliani legalmente presenti nel territorio”.
Odeh ha raccontato che Gerusalemme est è stata trasformata in “un’arena di oppressione e divisione” e ai palestinesi è stata “imposta la proibizione di votare per il loro Parlamento e il loro presidente. Ciò ha portato al rinvio delle elezioni che non potevano svolgersi” senza la partecipazione di chi vive a Gerusalemme est, la “capitale legittima della Palestina”. In questa occasione – ha affermato l’ambasciatrice – “l’Unione europea ha mancato di esercitare pressioni su Israele per far svolgere le elezioni”. Inoltre durante il mese di Ramadan “Israele ha ampliato la propria violenza” colpendo migliaia di civili e fedeli con “bombe a gas e proiettili di gomma”.
E in merito agli eventi di maggio Odeh ha spiegato che Israele ha portato avanti una “brutale aggressione alla Striscia di Gaza che è andata avanti per 11 giorni” e ha “ulteriormente traumatizzato” una popolazione che si trovava già in grosse difficoltà. “Stiamo parlando di due milioni di persone che rendono Gaza l’area più densamente popolata del mondo”, con la maggior parte della popolazione “costituita da profughi, il 48% di essi con meno di 18 anni”. Inoltre la disoccupazione è “oltre il 45% e tra i giovani supera il 70%”.
Secondo le informazioni fornite dall’ambasciatrice di Palestina gli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza hanno comportato “278 palestinesi uccisi e colpiti dalle bombe” tra cui “39 donne, 17 anziani e 69 bambini. Ben 9 famiglie nella loro interezza sono state distrutte. Novemila persone sono state ferite e 77mila sono ormai sfollate, senza dimora”. Inoltre “30 presidi sanitari sono stati danneggiati, incluso l’unico laboratorio per il test Covid”. Mentre “316 case sono state distrutte e 132 edifici sono stati demoliti dalle bombe. Non è un caso che tra questi edifici ci sia stata l’antenna radio, che è stata distrutta per nascondere i crimini della potenza di occupazione”.
Odeh ha poi rivolto un invito all’Italia e all’Unione europea: “Non possono agire come esterni, sono estremamente coinvolti. Godono di sufficienti meccanismi bilaterali e multilaterali per fare in modo che Israele rispetti i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale e delle risoluzioni delle Nazioni Unite. Finora abbiamo visto una riluttanza a farlo”.
“Ci si concentra molto su Hamas ma se andiamo alla radice profonda comprendiamo che i cittadini hanno perso la speranza perché la comunità internazionale è silenziosa”, ha concluso l’ambasciatrice di Palestina.