di Fabio Napoli
ROMA (Public Policy) – Tempi certi per le proposte di legge di iniziativa popolare.
È stato questo uno degli impegni che il presidente della Camera Roberto Fico ha assunto, durante il suo discorso di insediamento pronunciato sabato scorso a Montecitorio. A Palazzo Madama, la sua omologa Elisabetta Casellati, non ha pronunciato impegni in questo senso ma il nuovo regolamento approvato gli ultimi giorni della scorsa legislatura prevede, in proposito, che i ddl di iniziativa popolare dovranno essere varati dalle commissioni competenti entro tre mesi dall’assegnazione o andranno d’ufficio in aula.
I ddl di iniziativa popolare, quindi, avranno senz’altro una rilevanza maggiore nella legislatura appena iniziata.
Alla Camera ne sono state depositate già 14 mentre al Senato sono 4 le proposte di legge popolare già presentate. A Palazzo Madama i disegni di legge popolare depositati sembrano rispecchiare perfettamente i nuovi equilibri parlamentari, con un Movimento 5 stelle e una Lega molto forti.
Due di questi ddl sono infatti per l’indizione di un referendum di indirizzo sull’adozione di una nuova moneta nell’ordinamento nazionale in sostituzione dell’euro, sul quale maggioranza e opposizione, nella scorsa legislatura, si scontrarono sulla richiesta di esame con urgenza. A luglio 2015, nell’aula di Palazzo Madama, Lega e Movimento 5 stelle furono gli unici a votare a favore dell’urgenza. Questa volta la forza dei numeri sarà del tutto rovesciata.
Stesso discorso potrebbe essere fatto sul ddl di iniziativa popolare per l’introduzione del principio di ammissibilità per i referendum abrogativi sulle leggi tributarie e di ratifica dei trattati internazionali. Un principio che potrebbe trovare d’accorso sia il Movimento 5 stelle che la Lega.
Il partito guidato da Matteo Salvini non dovrebbe nessun problema nemmeno ad esaminare l’ultimo ddl popolare depositato a Palazzo Madama, riguardante misure urgenti per la massima tutela del domicilio e per la difesa legittima.
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