Lo Spillo

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ROMA (Public Policy) – (di Enrico Cisnetto) Tanti, tantissimi, evidentemente troppi, e probabilmente inutili. I 3.436 emendamenti alla legge di Stabilità depositati in commissione Bilancio alla Camera si vanno a sommare ai 3100 già presentati al Senato, dove fra l’altro il provvedimento dovrà essere discusso nuovamente, nonostante fosse già stato votato con la fiducia.

Proseguendo di questo ritmo arriveremo a 10mila proposte di modifica per quella che è la legge più importante dello Stato, una quantità in cui rischierebbe di perdersi anche il più attento e perfezionista legislatore e ci sorprendiamo poco, quindi, degli errori degli attuali parlamentari; ci siamo infatti stupiti poco – come Public Policy ha documentato la settimana scorsa – del fatto che il testo della legge licenziato dal Senato fosse diverso da quello votato dall’aula. Ecco, adesso alla Camera si punta a ridurre a 300 gli emendamenti prima delle votazioni in commissione, cosicché poi il testo possa essere approvato dalla Camera entro il 20 dicembre, per poi tornare al Senato (nuovamente) appena in tempo per Capodanno.

Già il bicameralismo perfetto è forse il sistema legislativo meno efficiente e più farraginoso al mondo. E riusciamo anche a peggiorarlo. È scontato chiedersi il perché di tanto rumore per delle procedure raffazzonate che creano incertezza e confusione, nelle istituzioni e nel cittadino, e che spesso i parlamentari alimentano attraverso emendamenti impresentabili solo per poter poi vantarsi di aver fatto qualche tipo di proposta poi di fatto inapplicabile. Anche perché mentre si discute tanto, poi scopriamo che tutti i provvedimenti degli ultimi due governi sono efficaci solo al 30%, perché mancano dei decreti attuativi. Quindi tanto rumore per nulla? No, solo per aver visibilità personale, e non certo per migliorare la vita dei cittadini. (Public Policy)

RED