ROMA (Public Policy) – di Enrico Cisnetto – Tanti i vincoli che paralizzano il Paese, ma i continui ricorsi alla giustizia amministrativa che bloccano ogni tentativo di migliorare qualità ed efficienza della pubblica amministrazione, sono tra i più nefasti. E questa abitudine di tirare sempre in mezzo un giudice, che ingolfa i tribunali con un uso personale e strumentale del diritto, andrebbe sanzionata e repressa. Perché la giustizia non è un giochino da subordinare alle esigenze particolari.
Prendete la vicenda legata agli immobili dell’Inps. La gara d’appalto da 44 milioni di euro per la gestione unitaria e la valorizzazione di 13mila edifici (un patrimonio di quasi 2 miliardi di euro) è stata vinta nel giugno del 2012 da un raggruppamento d’imprese capitanato da Prelios.
In un Paese normale sarebbe finita lì. E invece no. Perché la Romeo Gestioni guidata dal napoletano Alfredo Romeo, che aveva in carico una parte del patrimonio immobiliare dell’Inps, ha avviato ricorso prima al Tar, perdendo, e poi in secondo grado al Consiglio di Stato, vincendo l’assegnazione dell’affare per via giudiziaria e sfilandolo a Prelios, che in attesa della sentenza aveva già siglato il contratto.
A marzo, però, di fronte all’evidente possibilità di vincere l’appalto grazie agli avvocati, anche il raggruppamento d’imprese guidato da Cofely Italia (terzo concorrente della gara) fa ricorso, e il tribunale di primo grado sentenzia che la Romeo non può svolgere le attività perché già aveva un contenzioso aperto con l’ente previdenziale (precisamente con il fu Inpdap, poi confluito nell’Inps). Inoltre, il Consiglio di Stato è anche tornato sui suoi passi, riconoscendo un errore di procedura nel primo processo, annullando quindi tutti i giudizi precedenti e riconsegnando l’appalto alla Prelios.
Insomma, la gara è valida, c’è un vincitore e anche un contratto. Storia finita? Nemmeno per idea, perché la Romeo, nonostante le due sconfitte giudiziarie, riprova la via dei tribunali. Il Tar respinge una prima richiesta questa estate, ma la Romeo non demorde e ci prova di nuovo. Oggi è stata emessa una sospensiva per il solo “lotto 2” dell’appalto, con il giudizio di merito atteso comunque per il 12 novembre, ma difficilmente anche per quella data si potrà scrivere la parola fine.
Ecco che, dopo anni, è ancora tutto bloccato, tanto che in settimana il deputato Marco Baldassarre (M5s) ha depositato un’interrogazione alla commissione Lavoro alla Camera per chiedere al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, se fosse a conoscenza dell’inarrestabile serie di ricorsi e controricorsi che paralizzano la gestione del patrimonio immobiliare dell’Inps. E in effetti, se immobilizzati, i 13mila edifici hanno costi di mantenimento per centinaia di milioni di euro sul bilancio dell’ente di previdenza che – non dimentichiamo – è la cassaforte delle pensioni degli italiani. (Public Policy)