Le lobby viste da Di Maio: chi incontri, chi finanzi, di cosa parli

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ROMA (Public Policy) – Trasparenza sulle fondazioni e le casse dei partiti, un registro dei rappresentanti di interessi e una legge sul conflitto di interessi. Sono queste le tre proposte del Movimento 5 stelle in tema di lobby e trasparenza dei partiti annunciate martedì pomeriggio dal candidato premier Luigi Di Maio, durante un convegno al Senato.

“Il nostro impegno sarà per la massima trasparenza sulle fondazioni e sulle casse dei partiti – ha detto Di Maio – su un registro dei rappresentanti di interessi e su una legge sul conflitto di interessi. Doveva farla la sinistra e non l’ha fatta – aggiunge – il centrodestra invece è un conflitto di interessi vivente“. Per il leader M5s inoltre occorre “eliminare il 2 per mille ai partiti e le detrazioni alle forze politiche, così chi dona ci crede e ci mette la faccia, senza aspettarsi nulla in cambio”.

Le proposte annunciate hanno preso spunto dall’inchiesta realizzata da Millenium, il settimanale del Fatto Quotidiano, sul funzionamento del registro delle lobby della Camera che, secondo Di Maio, “è un colabrodo, il che dimostra come tutti i proclami di questa legislatura sono stati fumo negli occhi”.

Per il vicepresidente della Camera, tuttavia, il problema non è “il meccanismo dei portatori di interessi, che vogliamo tutelare e che può essere anche il lobbista della piccola e media impresa, ma il meccanismo delle tangenti, di cui i partiti sono ancora dipendenti”.

“Quindi non è più questione di rapporto tra portatori di interessi e decisore pubblico – ha aggiunto Di Maio – qui scompare la decisione pubblica e rimane solo il meccanismo dei soldi. La campagna elettorale non si baserà solo sui programmi ma si baserà su chi la finanzia, ed è assurdo che nella legge che doveva abolire il finanziamento pubblico ai partiti si dica che sotto i 5mila euro non c’è bisogno di trasparenza“.

Da qui la proposta M5s per la trasparenza delle fondazioni e delle casse dei partiti, accompagnata da una legge sui rappresentanti di interessi, “che non significa punirli – evidenzia Di Maio – ma introdurre un meccanismo di premialità, per cui è possibile partecipare alla stesura delle leggi e incontrare i decisori pubblici ma non senza iscrizione al registro. Inoltre devi dirmi chi incontri, chi finanzi e infine se incontri una forza politica devo sapere di che cosa hai parlato”. (Public Policy) NAF

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