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ROMA (Public Policy) – Slittare di 6 mesi l’entrata in vigore degli obblighi di programmazione, per i fornitori di media audiovisivi, introdotti con il dgls attuativo della legge di riforma Francheschini sul settore cinematografico. Lo prevede una nuova norma inserita nella versione definitiva dell’emendamento Milleproroghe depositato dal Governo alla manovra, in commissione Bilancio al Senato.
Nel dettaglio, l’emendamento differisce al 1° luglio (anziché dal 1° gennaio 2019) i seguenti obblighi: 53% di opere europee programmate per i fornitori di servizi di media audiovisivi lineari; il 12,5% (di cui almeno cinque sesti a opere prodotte da produttori indipendenti) della quota di introiti destinata al pre-acquisto o all’acquisto o alla produzione di opere europee da parte dei fornitori di servizi di media audiovisivi lineari diversi dalla Rai, che sale al 18,5% per la Rai; una sottoquota del 3,5% alla programmazione di opere cinematografiche indipendenti italiane per i fornitori di servizi di media audiovisivi lineari diversi dalla Rai, che sale al 4% per la Rai.
Slittano al 1° luglio anche gli obblighi di programmazione per le opere audiovisive di espressione originale italiana, ovunque prodotte, che prevedono una sotto quota di almeno la metà della quota prevista per le opere europee (dunque almeno il 26,5%) nella misura di: almeno la metà, per la concessionaria del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale; almeno un terzo, per gli altri fornitori di servizi di media audiovisivi lineari. Stessa sorte – differimento dal 1° gennaio al 1° luglio – per gli obblighi di investimento – almeno il 20% degli introiti italiani – in opere audiovisive europee prodotte da produttori indipendenti, con particolare riferimento alle opere recenti, per i fornitori di servizi di media audiovisivi a richiesta che hanno la responsabilità editoriale di offerte rivolte ai consumatori in Italia, anche se stabiliti in altro Stato membro.