Asilo e Paesi sicuri: cosa cambia con la nuova proposta Ue

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BRUXELLES (Public Policy Europe) – Rendere più facile i rimpatri dei migranti attraverso una revisione di concetto di Paese terzo sicuro. Secondo un regolamento proposto dalla Commissione, che ora dovrà essere esaminato dal Parlamento e dal Consiglio Ue, non sarà più obbligatorio un collegamento tra il richiedente e il Paese terzo sicuro. Attualmente il diritto dell’Ue richiede che le autorità competenti per l’asilo dimostrino l’esistenza di un legame tra il richiedente e il Paese terzo sicuro in questione.

Secondo la proposta della Commissione, anche il transito attraverso un Paese terzo sicuro prima di raggiungere l’Ue potrà essere considerato un collegamento sufficiente per applicare il concetto di Paese terzo sicuro. In assenza di collegamento o transito, il concetto potrà essere applicato se esiste un accordo o una convenzione con un Paese terzo sicuro. Questa opzione non si applicherà ai minori non accompagnati.

Inoltre, per ridurre i ritardi procedurali e prevenire gli abusi, la Commissione propone che i ricorsi contro le decisioni di inammissibilità basate sul concetto di Paese terzo sicuro non abbiano più un effetto sospensivo automatico. La proposta prevede anche che gli Stati membri informino la Commissione e gli altri Stati membri prima di concludere accordi o intese con Paesi terzi sicuri. “Questo consentirà alla Commissione di verificare che tali accordi o intese soddisfino le condizioni stabilite dal diritto dell’Ue”, sostiene Bruxelles.

Secondo la Commissione, questo “accelererà le procedure di asilo e ridurrà la pressione sui sistemi di asilo, preservando al contempo le garanzie giuridiche per i richiedenti e assicurando il rispetto dei diritti fondamentali”.

LA PRECISAZIONE SUI RICHIEDENTI ASILO

Un richiedente asilo nell’Ue potrà essere trasferito dallo Stato membro interessato in un Paese terzo sicuro dove potrà ricevere protezione. Lo chiarisce un funzionario della Commissione europea, in riferimento alla revisione del concetto di Paese terzo sicuro proposta dall’Esecutivo Ue.

“Fornire protezione è una responsabilità globale e l’Ue svolge a pieno la sua parte – sostiene il funzionario -. Paesi terzi che sono sicuri e che possono offrire protezione devono svolgere il ruolo“. Lo Stato membro avrà al massimo due mesi per decidere se trasferire il richiedente asilo in un paese terzo considerato sicuro. Il Paese terzo non sarà obbligato ad accettare la persona. In questo caso si applicherà la normale procedura nazionale.

“Ma queste persone non possono essere mandate in tutti i Paesi, perché ci sono tante condizioni che devono essere rispettate”, prosegue il funzionario europeo. (Public Policy Europe) NAF