Sul Fine vita, al momento, la quadra in Parlamento non c’è

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di Marta Borghese

ROMA (Public Policy) – Sul fine vita, al momento, la quadra in Parlamento non c’è. E non c’è soprattutto all’interno della maggioranza. Nel giorno in cui la Consulta è tornata ad esprimersi sul tema, infatti, sul tavolo del comitato ristretto chiamato in Senato – a oltre un mese e mezzo dall’ultima convocazione – alla redazione di un testo il più condiviso possibile non è arrivato nulla. Tanto che diversi esponenti delle opposizioni – dal dem Alfredo Bazoli alla collega di Avs Ilaria Cucchi – hanno lasciato la seduta in segno di protesta.

Resta l’orizzonte dell’approdo in aula di un testo per il prossimo 14 luglio – data fissata nei giorni scorsi all’esito dell’ultima capigruppo – ma la possibilità di arrivarci con un provvedimento condiviso si assottiglia. Così, già si ventila l’ipotesi di andarci ciascuno con il proprio testo, “e ovviamente le regole della democrazia lasciano facilmente prevedere come va a finire”, ha dichiarato ai cronisti, all’esito della seduta del comitato ristretto, il presidente della commissione Sanità del Senato, Francesco Zaffini (FdI).

“Andiamo a tappe un po’ accelerate per trovare la massima condivisione possibile”, ma, ha aggiunto a Public policy, “se dovessimo andare senza mandato al relatore è del tutto evidente che andremo in aula anche con un testo di maggioranza”.

Tra i ddl incardinati c’è infatti anche quello del senatore dem Alfredo Bazoli, già approvato nell’aula della Camera nella precedente legislatura, che se portato in aula ora rischierebbe tuttavia di finire su un binario morto.

Il metodo, ha spiegato Zaffini, è quello di andare per tappe, assegnando di volta in volta “un compito da assolvere” ai relatori: Pierantonio Zanettin, di FI, per la commissione Giustizia, e Ignazio Zullo, di FdI, per la commissione Sanità.

I NODI DA SCIOGLIERE: CURE PALLIATIVE E RUOLO DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE 

Questa volta, in particolare, i nodi da sciogliere sarebbero due. La maggioranza, secondo quanto si apprende, sarebbe infatti alle prese con due temi: quello delle cure palliative – previste come requisito nella bozza dei primi due articoli del testo – e quello – da chiarire – del ruolo del servizio sanitario nazionale.

Su questo, in particolare, si arriverebbe ad un cortocircuito. Secondo quanto trapelato da fonti interne al comitato, infatti, FdI vorrebbe che il sistema sanitario nazionale non fosse in alcun modo coinvolto. Questione che pare di difficile soluzione, ancor più alla luce delle considerazioni in diritto che si leggono nella sentenza della Corte costituzionale.

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@BorgheseMarta