di Riccardo Pieroni
ROMA (Public Policy) – Un codice di condotta per le navi delle organizzazioni non governative nelle operazioni di salvataggio. Multe per chi non rispetta le regole e novità sui porti assegnati per lo sbarco. Sono queste alcune delle misure principali contenute nel dl Ong, approvato definitivamente giovedì dall’aula del Senato. Il provvedimento, composto da due soli articoli, andava convertito in legge prima del 3 marzo e durante l’esame parlamentare ha subito pochissime modifiche rispetto alla “versione” del testo licenziata in Consiglio dei ministri lo scorso 28 dicembre.
Le poche novità al dl sono arrivate durante l’esame in prima lettura alla Camera, con diversi emendamenti approvati nelle commissioni Affari costituzionali e Trasporti. Nelle due commissioni hanno tenuto banco per diversi giorni le proposte depositate dalla Lega, che puntavano a intervenire sul testo unico sull’immigrazione e miravano a ripristinare alcune delle norme contenute nei decreti Sicurezza. I 14 emendamenti del Carroccio alla fine sono stati dichiarati inammissibili dalle presidenze delle due commissioni.
Vediamo le principali novità apportate al dl Ong dal Parlamento:
PROVVEDIMENTO DI DIVIETO
Le commissioni Affari costituzionali e Trasporti alla Camera hanno dato l’ok a un emendamento dei relatori, riformulato più volte, con cui si prevede che fuori dai casi in cui è stato adottato il provvedimento di limite o divieto previsto dal dl, quando il comandante della nave o l’armatore non fornisce le informazioni richieste dalla competente autorità nazionale per la ricerca e il soccorso in mare “nonché dalla struttura nazionale preposta al coordinamento delle attività di polizia di frontiera e di contrasto dell’immigrazione clandestina o non si uniforma alle loro indicazioni”, si applica la sanzione amministrativa del pagamento di una somma dai 2.000 a 10.000 euro.
Lo stesso emendamento prevede che queste sanzioni si “applicano anche in caso di mancanza” di una delle condizioni previste dall’articolo 1 del dl “accertata successivamente all’assegnazione del porto di sbarco”. Infine si prevede che sull’irrogazione delle sanzioni accertate, “provvede il prefetto territorialmente competente” del “luogo di accertamento delle violazione”.
NO NUOVI ONERI
A Montecitorio è stato poi approvato un emendamento dei relatori che ha recepito le osservazioni della commissione Bilancio, prevedendo che “dall’attuazione delle disposizioni” del dl “non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. Le amministrazioni competenti provvedono quindi “alle attività ivi previste con l’utilizzo delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente”.
USO PROVENTI SANZIONI
Alla Camera è arrivato l’ok a un emendamento sottoscritto da tutti i gruppi che interviene sui “proventi derivanti dalle sanzioni amministrative pecuniarie”. I proventi “andranno versati ad apposito capitolo dell’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnati”, con decreto del ministro dell’Economia e delle finanze, al fondo per i comuni di confine e costieri coinvolti nella gestione di flussi migratori previsto dalla legge di bilancio 2021, e “destinati annualmente, a decorrere dall’anno 2023, all’erogazione dei contributi ivi previsti, con i criteri e le modalità stabiliti ai sensi dell’articolo 1, comma 796, della medesima legge n. 178 del 2020”.
CERTIFICAZIONI NAVI
Sempre nelle commissioni di Montecitorio è stato approvato un emendamento dei relatori con cui si prevede che la nave che effettua in via sistematica attività di ricerca e soccorso in mare deve operare secondo “certificazioni e documenti rilasciati” dalle competenti autorità dello Stato di bandiera – invece di “autorizzazioni o abilitazioni” – in linea con la terminologia della normativa internazionale. (Public Policy)
@ri_piero