PARLAMENTO, DILEMMA M5S SU RIMBORSI. QUANTO GUADAGNANO I PARLAMENTARI /SCHEDA

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(Public Policy) – Roma, 11 mar – Tagliare solo l’indennità
di parlamentari o auto-imporsi altre riduzioni? Uno dei
punti di dibattito all’interno del Movimento 5 stelle, anche
ieri durante la riunione all’Eur tra tutti gli eletti, è
proprio questo: dimezzare l’indennità parlamentare
(portandola a 5 mila euro lordi al mese) o tagliare anche
altri rimborsi?

Perché, come fa notare più di uno all’interno del M5s,
dimezzando fino a 2.500 euro netti al mese l’indennità
mensile da parlamentare, ma tenendosi tutti gli altri
benefit, onorevoli e senatori a 5 stelle andrebbero a
prendere comunque più di 10.500 euro al mese.

Lo stipendio di un parlamentare (circa 14 mila euro al
mese), infatti, non è composto solo dall’indennità, ma da
tutta un’altra miriade di rimborsi e agevolazioni che fanno
lievitare l’importo mensile in busta paga.

Nel decalogo degli onorevoli M5s, comparso sul sito di
Beppe Grillo, alla voce ‘trattamento economico’ si legge:
‘L’indennità parlamentare percepita dovrà essere di 5 mila
euro lordi mensili, il residuo dovrà essere restituito allo
Stato insieme all’assegno di solidarietà (detto anche di
fine mandato). I parlamentari avranno comunque diritto a
ogni altra voce di rimborso tra cui diaria a titolo di
rimborso delle spese a Roma, rimborso delle spese per
l’esercizio del mandato, benefit per le spese di trasporto e
di viaggio, somma forfettaria annua per spese telefoniche e
trattamento pensionistico con sistema di calcolo
contributivo’.

Il calcolo è facile. Prendiamo un deputato: 2.500 euro di
indennità mensile, 3.503,11 di diaria, 3.690 euro di
rimborsi spese, 1.107,9 euro per gli spostamenti sotto i 100
km, 1.331 euro per quelli sopra i 100 km, 258 per le
telefonate. Fanno 11.059 euro da cui devono essere sottratti
526,66 euro per la cassa di assistenza previdenziale
integrativa. Fanno 10.500 euro per chi vive vicino
all’aeroporto, 10.756 per chi vive più lontano. Il calcolo
su un senatore porta invece al totale di 11.366 euro al
mese.

Diversi nel M5s ora pensano
a ridurre ancora questo assegno, altri invece mettono in
guardia dal non andarci a rimettere di tasca propria. La
decisione sul da farsi, comunque, viene rimandata a una
commissione indennità che si dovrà formare tra i cinque
stelle.
Ma vediamo da cosa è composto lo ‘stipendio’ mensile di un
parlamentare.

INDENNITÀ
Ogni mese deputati e senatori prendono un’indennità, come
uno stipendio, che è la cifra che deputati e senatori del
Movimento 5 stelle si impegneranno a dimezzarsi. Alla Camera
l’indennità, al netto delle tasse e delle varie riduzioni
che si sono susseguite in questi ultimi anni, è pari a
5.246,97 euro netti al mese (che con altri contributi locali
scende a circa 5.000 euro al mese) e a 4.750 euro per il
deputato che svolge un’altra attività lavorativa.

Al Senato l’indennità netta mensile è di 5.304,29 (5.122,19
per chi svolge un’attività lavorativa collaterale). Anche
qui, al netto delle imposte addizionali locali si arriva a
un assegno di circa 5 mila euro al mese.

DIARIA
Ogni deputato e senatore percepisce inoltre ogni mese un
assegno, detto diaria, come rimborso delle spese per il
soggiorno a Roma, pari a 3.503,11 euro. Tale somma viene
decurtata di 206,58 euro per ogni giorno di assenza del
deputato dalle sedute dell’Assemblea in cui si svolgono
votazioni con il procedimento elettronico.

Alla Camera si applica un’ulteriore decurtazione fino a 500
euro mensili in relazione alla percentuale di assenze dalle
sedute delle Giunte, delle Commissioni permanenti e
speciali, del Comitato per la legislazione, delle
Commissioni bicamerali e d’inchiesta, nonché delle
delegazioni parlamentari presso le Assemblee internazionali.

RIMBORSO SPESE PER ESERCIZIO DI MANDATO
Ad ogni deputato e senatore viene poi erogato ogni mese un
assegno per le spese di esercizio: 3.690 euro al mese alla
Camera, 4.180 euro al Senato.

Il 50% di questi importi è
erogato a titolo di rimborso per specifiche categorie di
spese che devono essere documentate: collaboratori (sulla
base di una dichiarazione di assolvimento degli obblighi
previsti dalla legge, corredata da copia del contratto, con
attestazione di conformità sottoscritta da una
professionista); consulenze, ricerche; gestione
dell’ufficio; utilizzo di reti pubbliche di consultazione di
dati; convegni e sostegno delle attività politiche. L’altro
50% viene invece erogato in modo forfettario.

RIMBORSI SPESE TELEFONICHE E DI VIAGGIO
Al Senato i rimborsi per le spese accessorie di viaggio e
per le spese telefoniche sono state accorpate, dal 1°
gennaio 2011, in un ‘rimborso forfettario per spese
generali’ pari a 1.650 euro al mese.

Alla Camera invece per i trasferimenti dal luogo di
residenza all’aeroporto più vicino e tra l’aeroporto di
Roma-Fiumicino e Montecitorio, è previsto un rimborso spese
trimestrale pari a 3.323,70 euro (1.107,9 euro al mese) per
il deputato che deve percorrere fino a 100 km per
raggiungere l’aeroporto più vicino al luogo di residenza, e
a 3.995,10 euro (1.331,7 euro al mese) se la distanza da
percorrere è superiore a 100 km.

Per quanto riguarda le spese telefoniche, ogni anno il
deputato ha a disposizione 3.098,74 euro per le spese. La
Camera non fornisce ai deputati telefoni cellulari.

AUTOSTRADA GRATIS
Poi ci sono i servizi che per deputati e senatori sono
gratis. Ogni onorevole ha una tessera personale grazie alla
quale può usufruire gratuitamente o comunque con
agevolazioni, di viaggi in aereo, treno, nave, autostrade.

Dal 1° gennaio 2008 è
invece stato soppresso il rimborso delle spese sostenute dai
deputati per viaggi all’estero per ragioni di studio o
connesse all’attività parlamentare.

ASSISTENZA SANITARIA
Deputati e senatori usufruiscono poi di una cassa di
assistenza sanitaria integrativa, come anche i giornalisti.
Per ricevere assistenza pressoché gratuita, secondo un
tariffario, i deputati versano mensilmente, in un apposito
fondo, una quota della propria indennità lorda, pari a
526,66 euro.

Per quanto riguarda i senatori, l’iscrizione alla cassa di
assistenza medica è obbligatoria per quelli in carica (che
versano un contributo pari a 467 euro l’anno), e facoltativa
per i titolari di assegni vitalizi, il cui contributo è pari
al 4,7% dell’importo lordo del proprio assegno.

ASSEGNO DI FINE MANDATO
A deputati e senatori viene trattenuta dall’indennità ogni
mese una cifra (pari a 784,14 euro per gli onorevoli e
695,81 per i senatori) che viene versata in un apposito
fondo. Quando il mandato finisce da questo fondo vengono
attinti i soldi per l’assegno di fine mandato, che è pari
all’80% dell’importo mensile lordo dell’indennità,
moltiplicato per ogni anno di mandato effettivo (o frazione
non inferiore ai sei mesi).

PENSIONE
Per quanto riguarda la pensione, dal 1° gennaio 2012 si è
abbandonato il sistema dei vitalizi, per adottare un sistema
di calcolo contributivo, analogo a quello vigente per i
pubblici dipendenti, che si applica per coloro che sono
stati eletti dopo il 1° gennaio 2012.

Per i parlamentari in carica, nonché per i parlamentari già
cessati dal mandato e successivamente rieletti, si applica
un sistema pro rata, determinato dalla somma della quota di
assegno vitalizio definitivamente maturato alla data del 31
dicembre 2011, e di una quota corrispondente all’incremento
contributivo riferito agli ulteriori anni di mandato
parlamentare esercitato.

I parlamentari cessati dal mandato, indipendentemente
dall’inizio del mandato medesimo, conseguono il diritto alla
pensione al compimento dei 65 anni di età e a seguito
dell’esercizio del mandato parlamentare per almeno 5 anni
effettivi. Per ogni anno di mandato ulteriore, l’età
richiesta per il conseguimento del diritto è diminuita di un
anno, con il limite all’età di 60 anni.

Lo stesso Regolamento prevede infine la sospensione del
pagamento della pensione qualora il parlamentare sia
rieletto al Parlamento nazionale, a quello europeo o ad un
Consiglio regionale, ovvero sia nominato componente del
Governo, assessore regionale o titolare di incarico
istituzionale. (Public Policy)

VIC