Pfas in Parlamento: le mozioni approvate e il dlgs

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ROMA (Public Policy) – L’aula della Camera ha dato il via libera mercoledì scorso alla mozione di maggioranza (a prima firma del deputato FI Cortelazzo) concernente iniziative a tutela dell’ambiente e della salute in relazione alle sostanze perfluoroalchiliche (Pfas). L’aula ha inoltre approvato alcune parti delle mozioni di Avs (a prima firma Zanella), M5s (a prima firma Ilaria Fontana), e Pd (a prima firma Braga) sullo stesso tema, dopo le riformulazioni del Governo.

Nella mozione della maggioranza vengono messi nero su bianco 6 impegni al Governo. In primis, si chiede all’Esecutivo di adottare le iniziative di competenza per anticipare, da un lato, “la valutazione del rischio” che dovrà essere effettuata nel 2027 in attuazione del decreto legislativo che recepisce la direttiva Ue concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano e, dall’altro, “l’Anagrafe territoriale dinamica delle acque potabili” prevista per il 2029. Nel documento si impegna inoltre il Governo a introdurre specifiche misure per bonificare le falde acquifere e le aree del territorio nazionale dove l’inquinamento da Pfas “supera stabilmente i livelli attualmente consentiti”, ma anche a promuovere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, “incentivi specifici per le attività che eliminano l’uso dei Pfas, adottando invece prodotti alternativi più sicuri e sostenibili”.

Tra le richieste, anche quella di adottare iniziative che mirino a “rafforzare le misure di controllo sui siti produttivi che fanno uso di Pfas per le proprie lavorazioni” così da “ridurre al minimo il loro utilizzo e i rischi di dispersione nell’ambiente”, anche “introducendo specifiche disposizioni di valutazione e gestione del rischio nell’ambito delle autorizzazioni integrate ambientali e rafforzando gli aspetti relativi alla valutazione di impatto sulla salute”. Spazio poi alla promozione e al sostegno della ricerca per lo smaltimento o la riduzione del carico inquinante di tali sostanze.

La mozione chiede infine all’Esecutivo un impegno sul tema anche al di là dei confini nazionali, impegnandolo a sostenere in ambito europeo l’adozione di misure di restrizione dell’uso dei Pfas e di riduzione dei limiti di tolleranza, coerenti con i più aggiornati studi scientifici. E questo “attraverso la partecipazione alle attività di valutazione dei comitati dell’Echa delle informazioni disponibili per identificare i Pfas che destano maggiori preoccupazioni e stabilire misure adeguate di gestione del rischio”.

IL DLGS

È stato trasmesso in Parlamento, inoltre, lo schema di decreto legislativo, approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri il 13 marzo scorso, che prevede “disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 23 febbraio 2023, n. 18, recante attuazione della direttiva (Ue) 2020/2184, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano”. 

Il testo, che è soggetto ai pareri delle commissioni Politiche dell’Unione europea, Bilancio e Affari sociali di Camera e Senato, mira tra le altre cose a ridurre i livelli consentiti di Pfas nelle acque potabili e a introdurre limiti per il Tfa (acido trifluoroacetico), la molecola della famiglia dei Pfas più abbondante. Nel dettaglio, il testo individua innanzitutto nelle regioni e nelle province autonome le “autorità ambientali” delegate ad adottare le misure necessarie a garantire che le acque destinate al consumo umano soddisfino i valori di parametro per quanto riguarda la presenza di Pfas.

Entrando poi più nello specifico, il testo introduce un nuovo valore limite per la “Somma di 4 Pfas” (la somma delle quattro sostanze acido perfluoroottanoico – Pfoa, acido perfluoroottansolfonico – Pfos, acido perfluorononanoico – Pfna e acido perfluoroesano sulfonico – Pfhxs) pari a 20 nanogrammi per litro, e un valore limite per il Tfa pari a 10 microgrammi per litro (equivalenti a 10.000 nanogrammi per litro). Un valore, quest’ultimo – spiegano nel dlgs – mutuato dalla normativa tedesca, la cui adozione è stata considerata “adeguata agli scopi”. Il provvedimento introduce inoltre il monitoraggio di altre sostanze che rientrano nella classe Pfas, come il composto “Adv”, che è una miscela di composti Pfas. (Public Policy) GIS