(Public Policy) – Roma, 5 feb – “Per restituire piena
indipendenza alla Rai e ridarla ai cittadini bisogna
risolvere subito il conflitto di interessi e fare una
decente normativa antitrust. Altrimenti la riforma del
servizio pubblico, come grande opportunità per i beni
comuni, rischia di essere un’evocazione”. Lo ha detto il
senatore Pd Vincenzo Vita, in una conferenza stampa che si è
tenuta oggi alla Camera, in cui ha sottolineato la sua
adesione a MoveOn, movimento d’ispirazione americana che
promuove la partecipazione dei cittadini alla vita politica,
e al programma “La nuova Rai”.
“Una grande battaglia politica – ha aggiunto – che potremo
vincere alla sola condizione che chi è volenteroso dentro le
aule (di Camera e Senato, ndr) non sia lasciato solo e che
si costruisca un grande movimento, come quello che portò
alla riforma della Rai del ’75”.
Alla conferenza erano presenti anche candidati ed esponenti
di Rivoluzione civile (la coalizione che fa capo ad Antonio
Ingroia) e di Sel (guidato da Nichi Vendola) che hanno
ribadito la loro adesione al movimento e al suo programma.
LA NUOVA RAI
Prendendo come esempio i modelli di gestione più avanzati
in Europa, ma anche le altre proposte di riforma della Rai,
MoveOn ha proposto una riforma che assicuri non solo
l’efficienza aziendale, ma anche l’assoluta indipendenza
editoriale del servizio pubblico e quindi dai partiti. Di
seguito i cinque punti della proposta, consultabili sul sito
di MoveOn Italia:
1. Superare l’anomalia per la quale l’azionista del
servizio pubblico è il ministero dell’Economia;
2. Al posto della Commissione parlamentare di vigilanza, la
costituzione di un Consiglio per le comunicazioni
audiovisive, i cui membri dovrebbero essere in maggioranza
nominati dalla società civile (11 su 20). Gli utenti del
servizio pubblico, veri proprietari di un’azienda che
finanziano tramite il canone, eleggeranno direttamente 6
componenti. 5 saranno nominati dai rappresentati del settore
(sindacati, artisti, autori, accademici, fornitori di
contenuti). Dei rimanenti 9 membri, 3 verranno eletti dagli
enti locali (Regioni-conferenza permanente Stato-Regioni,
Province-l’Upi e Comuni-Anci) e 6 nominati dal Parlamento.
3. Il Consiglio nominerà i vertici del Cda Rai, selezionati
tramite concorsi pubblici in base a criteri di
professionalità, competenza nel campo radiotelevisivo ed
indipendenza. Saranno attribuite al Consiglio competenze di
indirizzo e vigilanza.
4. Il Consiglio nominerà i componenti dell’Autorità per le
garanzie nelle comunicazioni, assicurando, anche in questo
caso, i criteri della selezione trasparente,
dell’indipendenza e della qualificazione.
5. Il Consiglio si porrà al servizio degli utenti Rai,
facilitando modalità interattive di controllo e di
valutazione e garantendo ai cittadini un uso consapevole e
attivo di tutti i media gestiti dal servizio pubblico.
(Public Policy)
DAP