ROMA (Public Policy) – Non applicare i paletti al contratto a tempo determinato previsti dal decreto Dignità in caso di assunzione di un percettore del reddito di cittadinanza. Lo prevede un emendamento a firma Lega presentato alle commissioni Lavoro e Affari sociali alla Camera al dl Reddito di cittadinanza-Quota 100 (il cosiddetto decretone). Lo stesso emendamento era stata presentata anche al Senato.
Il dl Dignità ha previsto che i contratti a termine non possono avere una durata superiore a 12 mesi, che possono arrivare a 24 in casi particolari (esigenze temporanee e oggettive, estranee all’ordinaria attività, o esigenze di sostituzione di altri lavoratori; incrementi temporanei, significativi e non programmabili, dell’attività ordinaria). Lo stesso provvedimento ha stabilito la durata massima sempre negli stessi 24 mesi anche in caso di rinnovi. La Lega, quindi, punta a derogare entrambi i principi in caso di assunzione a tempo determinato di un percettore del reddito.
Lo stesso emendamento punta a escludere i percettori del reddito di cittadinanza assunti dal computo dei lavoratori con il quale calcolare il limite di contratti a tempo determinato all’interno della medesima azienda.