di Gaetano Veninata
ROMA (Public Policy) – Il più anziano deputato italiano (in carica, classe 1939) di cognome fa Vecchio. “Prego, onorevole Vecchio”. Tutto vero e bellissimo.
L’ho scoperto mentre ascoltavo l’aula della Camera, mercoledì pomeriggio, non tanto per l’argomento in discussione (chi?), quanto per il direttore d’orchestra, il presidente di turno Simone Baldelli, in formissima, tarantiniano:
“Se abbiamo votato tutti… Aspettiamo l’onorevole Nicchi e poi chiudiamo. È un trattamento di favore proprio riservato a lei, onorevole Nicchi. L’onorevole Nicchi ha votato e sarei propenso a chiudere. Aspettiamo anche il presidente D’Ambrosio. Altri ? Chiaramente i colleghi che sono in aula, perché quelli che sono fuori non li aspettiamo. Prego, onorevole Peluffo. Ci siamo? Prestigiacomo, Chaouki, Giammanco, Dambruoso… Colleghi, il tramonto incombe. Civati, Cancelleri… Colleghi, rischiamo di far durare questa votazione più dell’intera ratifica, quindi io sarei propenso a chiudere, se non vi sono obiezioni. Onorevole Gribaudo, l’aspettiamo, ci mancherebbe altro; avremmo sulla coscienza l’assenza di un voto determinante. Gnecchi e poi basta. Dichiaro chiusa la votazione”.
Poco dopo: “Onorevole Piepoli, la presidenza ricambia il saluto. Provi a votare con le dita…perfetto”.
Non è dato ovviamente sapere con cosa stesse votando l’onorevole Piepoli. (Public Policy)
@VillaTelesio