Resocónto – “I cani di bancata possono essere ovunque”

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di Gaetano Veninata

ROMA (Public Policy) – L’altro giorno mi chiedevo, o forse lo chiedevo a qualcuno, non ricordo: e perché non andare a caccia, d’altronde? Attività vilipesa dai contemporanei (che sentono ‘caccia’ e pensano al loro gattino al forno, gattino che d’altra parte a caccia andrebbe, se non fosse chiuso dentro appartamenti candidi), ma umanissima.

Senza arrivare ad Hemingway (che sulla caccia ha scritto tanti racconti, alcuni per la verità bruttini) basterebbe il ricordo dei miei vicini in Sicilia, dei loro cani veloci, allegri, nel cortile di casa. Ecco, visto che di caccia si parla poco in Parlamento – e se se ne parla è per dire quanto son cinghiali i cinghiali – oggi il Resocónto rende omaggio a Leonardo Sciascia, che in “Nero su nero” (1979) anche di caccia parla, trascrivendo quello che definisce “un breve florilegio tratto dai resoconti stenografici” dell’Assemblea regionale siciliana:

Non sono mancate le battute salaci: come quando l’onorevole Virga invitò l’onorevole Gulotta a usare il termine “volatile” invece di “uccello” e l’onorevole Gulotte rispose: “L’uccello è una cosa a cui tengo molto”; e ribattendo l’onorevole Virga che anche lui ci teneva, ma era meglio parlare di volatile, l’onorevole Gulotta si arrese: “Dico, e va beh, volatile, ma tutti, puru ‘u corvu è volatile, a mia ‘un mi interessa”. E, prima di questa, sempre da parte dell’onorevole Virga, c’era stata altra gustosa interruzione. Lamentava, l’onorevole Gulotta, che nel comitato regionale della caccia mancassero “i rappresentanti di quel cane che è elemento fondamentale dell’attività venatoria”. E l’onorevole Virga: “A meno che non si tratti di cane di bancata“. Ora, il cane di bancata è in Sicilia quello che se ne sta disteso di fronte al banco delle macellerie: ben nutrito, ozioso. Perciò saggiamente rispose l’onorevole Gulotta: “Questo è un altro discorso, i cani di bancata possono essere ovunque“. Verità sacrosanta. (Public Policy)

@VillaTelesio