Resocónto – È scaturita la stella danzante

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di Gaetano Veninata

ROMA (Public Policy) – Non posso che iniziare (e finire) la rubrica di oggi tornando a Lui, commemorato questa settimana nelle aule del Parlamento da (quasi) tutti, più o meno commossi, più o meno ipocriti.

Matteo Salvini, ad esempio, non uno a caso, che tra i ricordi pesca fuori questo: “Quando sono entrato per la prima volta nella casa della mia compagna, ho trovato, da segretario della Lega, un poster gigante di Silvio Berlusconi”; o Michaela Biancofiore, che torna indietro negli anni e racconta: “Io e lui insieme ai bei tempi, quando potevamo, eravamo come la nitro e la glicerina, un’esplosione di lucida follia […] lo l’ho chiamato ‘infinito presidente’, perché il suo modo di essere non è finito con la vita terrena, perché dal suo caos e dalla sua energia creatrice è scaturita la stella danzante e abbiamo ballato tutti insieme – l’economia, la politica, lo sport, le istituzioni, Paesi interi, l’Italia intera – un tango con lui di passioni assolute e contrastanti”.

E poi ci sono le opposizioni, come sempre disarmate di fronte a Lui, con gli eredi del Pci che vogliono dirla “con l’arcivescovo di Milano”, sì proprio così, parole e musica di Francesco Boccia (Pd), “cosa posso dire di Silvio Berlusconi? ‘È un uomo e ora incontra Dio’“.

Julia Unterberger, senatrice Svp, rovina la festa sottolineando che “come femminista non posso non ricordare che con il suo approccio patriarcale, le sue esternazioni e le sue cosiddette cene eleganti abbia fortemente danneggiato l’immagine della donna italiana”. Brutto gesto, senatrice, subito seguito da quel “comunista” (avrebbe detto proprio Lui) di Peppe De Cristofaro (Alleanza Verdi Sinistra), che anche in un momento di lutto e lacrime e nostalgia sottolinea come “non sia stato affatto giusto e nemmeno accettabile trasformare i funerali di un leader dichiaratamente di parte, la figura più divisiva forse di ogni epoca della Repubblica, in una cerimonia di santificazione quasi pagana, usata per celebrare ed esaltare, attraverso il leader scomparso, i suoi eredi politici oggi al Governo […] Come penso non possa succedere – come invece è stato – che la televisione pubblica si sia piegata così clamorosamente a una narrazione di parte, suggerita e alimentata dalle leve del potere politico”.

E se l’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio – come no, certo, ci mancherebbe – noi chiudiamo con le semplici parole di Lucio Malan (Fratelli d’Italia): “Ci mancherà moltissimo il presidente Berlusconi”. Ed è ancora più vero per chi – da sinistra e contro di Lui – ha costruito una carriera invece di far politica. (Public Policy)

@VillaTelesio