ROMA (Public Policy) – di Gaetano Veninata – “Automatismo psichico puro, attraverso il quale ci si propone di esprimere, con le parole o la scrittura o in altro modo, il reale funzionamento del pensiero. Comando del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica e morale”. Manifesto surrealista, 1924.
“Meduse”. Tweet del senatore ex 5 stelle, oggi nella componente del Misto “Italia lavori in corso”, Francesco Campanella, il 21 aprile. “Ricci”, la risposta intuitiva di un suo follower. Surrealismo? Forse. Certo è che la medusa è animale fastidioso, e Campanella, che è siciliano, lo sa bene.
Fastidioso, come il suono di una campanella antincendio, quando incendio non c’è. Succede in commissione Lavoro alla Camera, durante un’audizione sul dlgs Jobs act. Succede una, due, tre volte. Boicottaggio delle minoranze? No, solo falso allarme. Era audito un rappresentante del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, che ha subito messo le mani avanti: “Non mi era parso di fare affermazioni incendiarie”.
Tornando ai surrealisti, che ci tenevano a non avere preoccupazioni estetiche: surrealista sicuramente non è il senatore Vincenzo D’Anna (Gal), che alle 14 del 22 aprile interviene così in aula: “Signor presidente, vorrei avvisare coloro che sono scarsamente telegenici, e quindi tengono alla loro immagine, che il senatore Ciampolillo, more solito, ci sta riprendendo”.
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