ROMA (Public Policy) – ‘Rafforzamento’ del regime di responsabilità dei dirigenti pubblici. La responsabilità amministrativo-contabile per l’attività di gestione potrà essere imputata solo ai dirigenti e quindi non ai politici. Lo ha deciso la commissione Affari costituzionali al Senato approvando un emendamento al ddl delega P.a., del relatore Giorgio Pagliari (Pd).
L’emendamento – riferiscono fonti di governo – è stato ‘studiato’ per prevedere una stretta sulla responsabilità dirigenziale e quindi anche nei casi in cui i dirigenti attribuiscano le proprie azioni a ordini arrivati dai vertici politici saranno chiamati a risponderne. Inoltre l’emendamento prevede che il futuro Testo unico sul pubblico impiego preveda ‘il rafforzamento del principio di separazione tra indirizzo politico amministrativo e gestione’.
Contrari alla norma i senatori del Movimento 5 stelle, secondo cui attribuire la responsabilità gestionale ai solo dirigenti – ha spiegato Vito Crimi – “salva i politici, anche se le scelte provengono da solo e i dirigenti eseguono e basta. È inaccettabile”. Fonti di governo spiegano come la norma dovrà essere “ben definita” nei futuri decreti legislativi, in cui “saranno definiti i paletti della responsabilità”.
Ma di fatto – viene riferito – per danni erariali ne risponderanno solamente i dirigenti e “saranno esclusi ministri, sindaci e presidenti di Regione”. Sempre fonti del governo riferiscono che l’emendamento è stato studiato proprio per poter far sì che i dirigenti possano essere chiamati a rispondere delle proprie azioni anche se si difendono dicendo di aver eseguito ordini arrivati dalla politica. (Public Policy) SOR




