di Fabio Napoli
BRUXELLES (Public Policy / Policy Europe) – La presidenza portoghese del Consiglio punta a chiudere i negoziati sulla riforma della Pac entro maggio. A rendere questo obiettivo ancora più concreto – come spiegato martedì sera dalla ministra dell’Agricoltura portoghese, Maria do Ceu Antunes, al termine della due giorni di Consiglio Agrifish – è il mandato ottenuto dai ministri dei 27 Paesi Ue. “La presidenza ha ottenuto la flessibilità necessaria per portare avanti negoziati, senza perdere di vista i nostri principi”, ha spiegato la ministra portoghese e presidente di turno del Consiglio Ue.
Più concretamente i ministri Ue hanno dato il via libera ai pacchetti di modifiche che la presidenza portoghese ha presentato martedì, riguardanti i tre regolamenti che compongono la riforma della Pac e che saranno al centro del super trilogo convocato domani, 26 marzo. “Ci sono forti aspettative e ottimismo per le prossime tappe, a partire da super trilogo”, ha detto ancora Maria do Ceu Antunes, che parteciperà in prima persona al round negoziale.
In via generale i ministri Ue ieri hanno ribadito la volontà di avere una Pac il più flessibile possibile, spingendo per la volontarietà di diversi strumenti. Inoltre, per garantire la semplificazione e ridurre la burocrazia, molti ministri (Italia compresa) si sono opposti a una proposta per un sistema a due livelli che introduca un controllo basato sia sulla conformità che sui risultati.
Per quanto riguarda il regolamento sul New delivery model, il nuovo modello di attuazione della Pac basato sulle perfomance, la presidenza del Consiglio Ue ha registrato posizioni “ampiamenti divergenti” su diversi punti, come la condizionalità sociale, la definizione di “agricoltore in attività” e di “nuovo agricoltore”, sui regimi per incentivare la competitività, il livellamento e la degressività dei pagamenti diretti (con una riduzione dei pagamenti che il Consiglio vorrebbe volontaria e che il Parlamento e la Commissione vorrebbero obbligatoria), convergenza interna. E ancora, rimangono distanti le posizioni su: aiuti per i piccoli agricoltori, pagamenti ridistributivi, sostegno al reddito per i giovani agricoltori, indicatori di risultato utilizzati per l’esame dell’efficacia dell’attuazione.
La presidenza portoghese intende mantenere la sua posizione ferma sulle questioni riguadanti i pagamenti diretti, come i massimali dei pagamenti di base alle aziende più grandi (capping), la degressività dei pagamenti e i pagamenti redistributivi, che dovrebbero rimanere facoltativi. Volontarietà anche per il regime di sostegno ai piccoli agricoltori.
In cambio – come spiegato dalla ministra Maria do Ceu Antunes – la presidenza portoghese intende aprire al Parlamento europeo sulla definizione di agricoltore in attività e di agricoltore nuovo. Apertura anche su un aumento della convergenza interna dal 75% all’85%. Su questo punto la principale differenza tra le posizioni riguarda la questione volta a stabilire se i diritti all’aiuto debbano essere pienamente allineati entro l’anno di domanda 2026, come richiesto dal Parlamento europeo, o se debbano raggiungere un valore minimo del 75% dell’importo unitario medio previsto, come proposto dalla Commissione e sostenuto dall’orientamento generale del Consiglio. Apertura anche sul sostegno minimo ai giovani agricoltori, che potrebbe passare dal 2% al 3%, purché il Parlamento accetti di usare i fondi di entrambi i pilastri.
Sul cosiddetto regolamento orizzontale (sul finanziamento, la gestione e il monitoraggio della Pac) – come si legge in un documento portato al tavolo dei ministri Ue – la presidenza portoghese ha aperto alla proposta di compromesso del Parlamento europeo, che obbligherebbe i beneficiari di stanziamenti dei Fondi a fornire tutte le informazioni necessarie per la loro identificazione. In merito all’uso obbligatorio del sistema Arachne, come strumento unico di estrazione dei dati per verificare, registrare e conservare le informazioni relative alle organizzazioni o alle persone fisiche che beneficiano in ultima analisi di finanziamenti dell’Ue, la presidenza portoghese proporrà, in prima istanza, un uso volontario per gli Stati membri per un periodo transitorio.
Per quanto riguarda il regolamento sull’Organizzazione comune dei mercati (Ocm) le questioni sulle quali le posizioni tra Parlamento Ue e Consiglio sono più distanti riguardano: l’ambito di applicazione e le campagne di commercializzazione (con il Parlamento che, tra le altre cose, propone di ampliare l’ambito di applicazione al settore dello zucchero); l’intervento pubblico e l’aiuto all’ammasso privato (con il Parlamento che, per esempio, chiede – un intervento pubblico disponibile tutto l’anno, acquisto unicamente mediante gara); disposizioni specifiche relative al mercato dello zucchero; scambi con i Paesi terzi; misure di mercato eccezionali; osservatorio Ue.
La presidenza portoghese, nel corso del Consiglio Agrifish, ha però spiegato che le posizioni del Consiglio e del Parlamento europeo sono relativamente allineate sulle questioni relative al vino e agli indicatori geografici. I ministri Ue, dal canto loro, hanno invitato la presidenza a rimanere fedele ai principi concordati e sanciti nell’approccio generale del Consiglio (adottato nell’ottobre 2020), dicendosi disposti a fare alcuni passi avanti nei confronti del Parlamento Ue. (Public Policy / Policy Europe)
@Naffete