RIFORME, LE STRANE CONVERGENZE: INTESA TRA M5S E LEGA

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RIFORME, LE STRANE CONVERGENZE: INTESA TRA M5S E LEGA

(Public Policy) – Roma, 31 lug – “Assolutamente contrari” i
deputati del Movimento 5 Stelle, “assolutamente d’accordo” i
deputati della Lega Nord. Due posizioni apparentemente
inconciliabili sul disegno di legge istitutivo del Comitato
per le Riforme istituzionali che però trovano una insperata
convergenza su un tema in particolare. Il computo dei due
presidenti delle Camere. Sia i 5 stelle sia la Lega Nord
vogliono che i presidenti della Camera e del Senato siano
considerati, alla stregua dei parlamentari, come
rappresentanti dei partiti che li hanno eletti.

Ne ha parlato il deputato pentastellato Manuele Cozzolino
spiegando il suo emendamento, e ne ha parlato anche il
deputato leghista Matteo Bragantini illustrando il proprio.
Niente da fare per entrambi. L’emendamento è stato respinto.

Ma c’è un altro elemento che accomuna i due ‘movimenti’:
l’attivismo in commissione. Mentre il Pdl mantiene una
posizione defilata soprattutto per velocizzare l’esame del
ddl, il movimento di Beppe Grillo vuole invece insieme alla
Lega un esame approfondito: “La maggioranza – spiega il
deputato Cozzolino – pretende che il provvedimento torni al
Senato così come è arrivato alla Camera. Senza modifiche.

E anche l’opposizione con La Russa (componente della
commissione per Fratelli d’Italia; Ndr) è d’accordo. Noi
invece vogliamo cambiarlo introducendo elementi di
democrazia diretta. Volevamo che 60 cittadini, sorteggiati,
facessero parte del Comitato. Ma non è stato possibile”.

“Non c’è chiarezza neppure sugli eventuali cambi di gruppo
di appartenenza – aggiunge Cozzolino – Il testo non spiega
da chi e come viene sostituito chi dovesse passare a un
altro gruppo”.

Anche per chiarire questo aspetto Cozzolino aveva presentato
un emendamento poi respinto.

Roberta Lombardi, M5s, aveva invece proposto un emendamento
che imponesse l’esame delle leggi d’iniziativa popolare da
parte del Parlamento. Ma anche su questo, nessuna apertura.
“Noi non vogliamo fare le riforme istituzionali – dice a
Public Policy – la Costituzione va bene così. Le regole
funzionano ma non c’è la classe politica in grado di farle
funzionare, allora decidono di cambiare le regole”.

Una posizione diametralmente opposta quella di Bragantini,
che pur essendo favorevole al Comitato non rinuncia a fare
osservazioni ed emendamenti: “Il provvedimento è ottimo.
Certo, alcune cose potevano essere fatte meglio. Si potevano
coinvolgere le Regioni, i Comuni e le Province, per avere
maggiore confronto. Però l’importante è che si istituisca il
Comitato e bisogna farlo in fretta in modo che si possa
cominciare a lavorare il prima possibile”.

Anche sul Titolo V? “Anche sul Titolo V aumentando le
competenze esclusive delle Regioni. Allo Stato devono
restare solo moneta (che ormai è dell’Ue), l’ordine
pubblico, la difesa e la magistratura”.

“Ma attenzione: su una cosa siamo assolutamente contrari.
L’abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti. Siamo
contrari a che venga rimandato”. Anche in questo, uguali al
Movimento 5 Stelle. (Public Policy)

SAF