ROMA (Public Policy) – Si va sempre più defilando in commissione Affari costituzionali al Senato una maggioranza alternativa e trasversale sulle riforme costituzionali, che unisce parte di Forza Italia, parte del Pd (che si riconosce nel ddl Chiti), parte di Ncd, con Lega, gli espulsi del M5s e parte del M5s stesso, una parte di Scelta civica e Sel.
Un fronte bipartisan, da quanto si apprende da fonti parlamentari, che chiede a gran voce di modificare il ddl governativo di riforma costituzionale in tre punti: prevedendo un Senato elettivo; modificando la norma che prevede la nomina da parte del presidente della Repubblica di 21 senatori in carica 7 anni e abrogando la norma che prevede la nomina automatica a senatori dei sindaci delle Città metropolitane.
Da questa mattina è iniziata a Palazzo Madama la discussione generale sui ddl: sono 52, tra cui quello del governo. Come evidenzia Roberto Calderoli della Lega, a favore di un Senato non elettivo ci sono solo tre ddl: quello del governo, quello di Linda Lanzillotta (Sc) e uno di Karl Zeller (Autonomie). Questa ‘minoranza’ è emersa, si apprende, anche durante la discussione in commissione, tanto che, fa notare qualcuno, l’unica ad aver preso la parola per difendere il ddl del ministro Boschi, e chiederne l’adozione come testo base, è stata stamattina la renziana Isabella De Monte.
In particolare, da quanto si apprende, il fronte che chiede un Senato elettivo si sta allargando, tanto che Bruno parla di un’altra riflessione Berlusconi-Renzi e domani sera una nuova riunione di Forza Italia dovrà proprio tentare di trovare la quadra nel partito su una linea comune. Una sintesi dovrà essere trovata nei prossimi giorni, visto che entro il 29 aprile la relatrice Anna Finocchiaro (Pd) dovrebbe presentare il testo base. I renziani spingono perché sia scelto il ddl del governo per poi apportare delle modifiche.
Dalla loro parte però, si apprende, sembrano esserci al momento pochi consensi: l’area maggioritaria e bipartisan in commissione punta a modificare da subito il testo e proporre un testo base alternativo a quello del governo e che faccia una sintesi delle posizioni emerse durante la discussione generale. I partiti, ognuno per sè, si preparano però ad affrontare intanto una riflessione interna: in quasi tutti i gruppi, infatti, emergono diversità di posizioni, talvolta apparentemente inconciliabili. (Public Policy)
VIC