(Public Policy) – Roma, 8 gen – “Il risultato del lavoro del
gruppo di studio sulla situazione epidemiologica della
Campania, al momento, non consente di affermare una
correlazione diretta tra esposizione a siti di smaltimento
di rifiuti e specifiche patologie. Tuttavia potenziali
implicazioni sulla salute non possono essere escluse”. Lo ha
affermato il ministro della Salute Renato Balduzzi, in
un’intervista rilasciata a “Il Mattino”.
Nel pomeriggio Balduzzi terrà una conferenza stampa ad Aversa
proprio sui risultati ottenuti da questo studio. Alcuni comitati
già si stanno preparando per chiedere spiegazioni sulla mancata
connessione tra malattia ed inquinamento.
Secondo il ministro in Campania si muore più facilmente di
cancro “anche per la difficoltà di accesso alle strutture
sanitarie di diagnosi e cura da parte delle fasce più deboli
e a rischio. Dalle ricerche disponibili si evidenziano stili
di vita e fattori di rischio legati al comportamento che
sono legati alle malattie croniche”.
“In Campania – ha continuato – la sedentarietà, eccesso di
peso e fumo sono significativamente più frequenti che nel
resto del Paese, con tendenza all’aumento”.
IL 21% DEI BAMBINI CAMPANI È OBESO
Balduzzi ha ricordato che tramite il sistema di
sorveglianza “Okkio alla Salute”, promosso dal ministero
della Salute e condotto dall’Istituto superiore della Sanità
in collaborazione con le Regioni, è emerso che nel 2010 il
28% dei bambini delle scuole elementari campane è in
sovrappeso e il 21% è obeso. C’è una correlazione, inoltre,
con l’indice di massa corporea dei genitori ed,
inversamente, con il livello di istruzione.
NECESSARIO UN PROGETTO PER LA PREVENZIONE
“Certamente in Campania – ha affermato il ministro – c’è
un’incidenza di malattie tumorali superiore rispetto alla
macroregione del Sud, oltre che un insieme di fattori di
rischio favorevoli all’insorgenza di molte malattie
croniche. Bisogna approfondire molte cose ma, soprattutto,
occorre un progetto che rafforzi la prevenzione e le
risposte sanitarie”.
“Ho intenzione di creare una task force – ha concluso – che
trasformi, in stretta collaborazione con le istituzioni
locali anche sanitarie e i soggetti della società civile,
quello che oggi viene definito il triangolo della morte nel
triangolo della vita”. (Public Policy)
DAP